Secoli fa, quando giocavo a calcetto, ero visto come quello con i “piedi buoni discreti” ma che correva poco. In realtà ho fatto in tempo ad accorgermi che anche i piedi non erano così buoni, nonostante credessi di avere la classe di Maradona.
Il fatto è che la tecnica è una brutta bestia, e proprio quando pensiamo di esserne in possesso, cadiamo nell’errore più grave.
Come chi gioca a calcetto e con un doppio passo pensa di poter giocare in Serie A, se non nuotate un 100 a stile sui 50″, credetemi, la vostra tecnica non è così buona come pensate.
Se non avete fatto agonistico già da ragazzi (in quel caso la tecnica è fondamentale per limare quei decimi di secondo che fanno la differenza a quei livelli), lasciate stare la tecnica.
Lasciate stare gli esercizi.
Lo so, fa più figo un coach che dice che la tecnica è importante, che vi riempi di esercizi complicati in acqua, ma non è quello che vi serve, soprattutto se fate triathlon.
Nonostante mi batta da mesi su questo aspetto, continuano ad arrivarmi video di ragazzi orgogliosi di come tengono il gomito alto nella fase di recupero.
Peccato che poi nuotino i 100 in 2′.
Chi invece ha deciso di seguire la mia idea di abbandonare questi aspetti, ha avuto un grande miglioramento nel nuoto.
Giusto o sbagliato non mi interessa, se questo metodo funziona, a me basta questo.
Lasciate stare la bellezza del gesto, per essere fighi abbiamo sempre i nostri body colorati e le nostre bici da crono.
Stefano La Cara