New York City Marathon 2023 ancora un sogno ad occhi aperti

Nel mondo si corrono ogni anno centinaia di maratone, ma l’unica che tutti conoscono è la maratona di New York!

Se corri ti chiedono l’hai mai corsa?

Se l’hai corsa tutti ti chiedono come è stata?

La Maratona di New York è la madre di tutte le maratone, è l’evento che una volta fatto ti potrai celebrare come vero maratoneta.

Anche se in cuor tuo lo sei da sempre, ma è da quel traguardo al Central Park e con la medaglia al collo potrai una volta per tutte rispondere:

“Sì, ho fatto New York“.

Nei giorni della Maratona di New York ve la raccontiamo tutta, grazie al collegamento diretto con la zona dell’arrivo a Central Park.

Nella nuova puntata di Storie di Runner 451 raccontiamo la storia della maratona di New York, in collegamento direttamente dall’arrivo della maratona.

Con il contributo di Gianni Poli, vincitore dell’edizione ’86, i suoi consigli sulla gara e i suoi ricordi.

Grazie alla nostra inviata, Maria Azzini, sapremo come sono gli ultimi preparativi e intervisteremo runner new yorkesi che si stanno preparando per la maratona.

Inoltre scopriremo come funziona il sistema delle gare domenicali negli Stati Uniti.

La Maratona della Grande Mela è passata a essere da una corsa su strada in un parco cittadino all’evento di running più grande del mondo.

Tutto ebbe inizio in anni in cui il podismo stava diventando fenomeno popolare, globale. I numeri, le mode e i mondi si sono alternati in un crescendo senza limiti, negli Gli anni ’70, si correva in una dimensione da gara tra amici.

La prima fu organizzata Fred Lebow dei New York Road Runners, e si svolse il 13 settembre 1970 al Central Park, con una quota di iscrizione di 1 dollaro e un budget di 1.000.

orlando pizzolato vince ny
Orlando Pizzolato

Dei 127 corridori iscritti, arrivano al traguardo in 55.

Ma è nel 1976, per celebrare il bicentenario degli Stati Uniti, che la gara si svolge per la prima volta attraverso i cinque quartieri di New York, (Staten Island, Bronx. Queens, Harlem, Manhattan) con 2.090 partecipanti e 1.549 arrivati.

Gli anni 80, in piena era Regan, il running cresce con cifre da capogiro.

ABC-TV la trasmette per la prima volta nel 1981; le sue trasmissioni nazionali continueranno fino al 1993. Gli anni 80 sono davvero speciali per i colori italiani a NY.

Gli anni 80 vedono la vittoria di Orlando Piazzolato nel 1984 e 1985 e nel 1986 è la volta di Gianni Poli.

Passando per Giacomo Leone 1996 franca fiacconi 1998 arriviamo agli anni 2000 momento in cui
La Maratona di New York così come le altre grandi maratone internazionali diventano un bene preziosissimo in mano ai grandi organizzatori.

Ed è nel 2019 che la TCS New York City Marathon, raggiunge 53.640 finisher rendendola ancora la più grande maratona della storia.

Maratona di New York

Oggi i 50.000 runners la corrono ogni anno sono l’esempio concreto di un prodotto la cui domanda cresce all’aumentare del prezzo dello stesso.

Per intenderci, nel 2005 pagammo il pettorale 150 dollari e ci furono 37.000 partecipanti, nel 2022 il pettorale di New York, per un maratoneta italiano, è costato, con un tour operator specializzato, 550 dollari, una variazione di prezzo del 266% e il 35% d’incremento degli acquirenti.

La TCS New York City Marathon, è una delle migliori in termini di organizzazione e ha generato una propria mitologia attorno al prezzo del suo pettorale. Per prendere parte all’edizione 2005 ci iscrivemmo solo tre mesi prima, oggi, se la vuoi correre nel 2024, ti devi già muovere.

Nel prezzo del pettorale era incluso allora la maglia del pacco gara in cotone, il chip, che dovevi restituire dopo l’arrivo a Tevern on the Green in Central Park, pena un aggravio di costo. Dietro il vincitore Paul Tergat ci furono altri 37,008 arrivati. Numeri che non tengono più il passo con quanto accadrà domenica 5 novembre.

Perché c’è chi la corre solo per essere parte di un movimento rivoluzionario di massa atletica. Una spina nel fianco delle indolenze moderne, simulacro di una volontà inarrestabile di chi vuole andare oltre il confine di una vita sedentaria.

Buona New York a tutti