Marcell Jacobs e la sua vita.
Nella nuova puntata del podcast Storie di Runner 451.
Il corpo è la tela dove ha disegnato la sua vita, il suo mondo. Ogni volta che si alza dai blocchi, ancora con lo sguardo a terra, esplodendo tutta la forza sulla gamba sinistra e arpionando il terreno con la gamba destra, la sua vita corre con lui.
Sulla schiena c’è una tigre, sul corpo le date di nascita dei figli e della madre, un mappamondo, la rosa dei venti, e la scritta: “Famiglia. Dove nasce la vita e l’amore non ha mai fine”.
Il corpo come una tela dove ha raffigurato il suo mondo e lo mostra correndo più veloce del vento. L’uomo che ha regalato all’Italia una vittoria che non avremmo mai potuto immaginare, l’oro olimpico nei 100 metri: Marcell Jacobs.
Le origini di una Leggenda
Nato a El Paso, Texas, il 26 settembre del 1994, Marcell ha radici che affondano in due culture, americana e italiana, un crogiolo di eredità che fin dalla nascita sembrava predestinarlo a qualcosa di grande. I genitori di Marcell si conoscono in Italia, molto giovani. Lui 18 e lei 16 anni, a Vicenza, mentre lui prestava il servizio militare nel nostro paese. Appena sposati si trasferiscono in Texas, nel 1991. Tre anni dopo, nasce Marcell, ma solo 20 giorni dopo la carriera militare porta il padre in Corea del Sud, e la madre quindi decide di tornare in Italia.
In Italia, Marcell prova ogni tipo di sport, tra cui il calcio. Il suo allenatore ai tempi della scuola gli consigliò di provare l’atletica. Dopo un piccolo assaggio di velocità, Marcell si dirottò verso il salto in lungo, come ben indicato dal suo profilo Instagram “Crazylongjumper”.
La svolta del destino
A 22 anni, ai campionati italiani promesse di Bressanone, salta 8,48 metri, stabilendo la migliore prestazione di sempre per un italiano, battendo di 1 cm il record di Howe. Tuttavia, il vento a favore di 2,8 m/s (oltre il limite di 2,0 m/s) non permette l’omologazione del record nazionale. Ma il destino ci mette lo zampino: un grave infortunio al bicipite femorale nel 2017 lo ferma sul salto in lungo, trasformando quello che sembra un ostacolo in una nuova opportunità: Marcell torna a gareggiare sulla velocità.
L’ascesa nello sprint
Il 1º maggio 2018 corre i 100 metri piani a Palmanova in 10″15, migliorando il proprio record di 8 centesimi. Segue una serie di miglioramenti, fino al 16 luglio 2019, quando, durante il meeting Città di Padova, corre in 10″03, diventando uno dei velocisti italiani più promettenti.
Nel marzo del 2021, ai Campionati Europei Indoor di Torun, Polonia, una prova di rara potenza gli vale l’oro nei 60 metri maschili con il tempo di 6.47, miglior stagionale assoluto e nuovo record italiano. Il 13 maggio, al meeting di Savona, stabilisce il nuovo record italiano dei 100 metri piani con il tempo di 9″95 (+1,5 m/s), diventando così il secondo italiano, dopo Filippo Tortu, a infrangere la barriera dei 10 secondi.
Tokyo 2020: L’apoteosi
Voliamo in Giappone, è il 31 luglio 2021. Nella sua batteria Jacobs va subito forte, 9″94 e nuovo record italiano. L’appetito vien mangiando, anche se per scaramanzia ancora nessuno ne parla. Il giorno dopo è il momento della semifinale. Nessun italiano prima ha mai partecipato alla finale dei 100 metri olimpica, e qualificarsi sarebbe già qualcosa di incredibile.
Marcell, ripescato con un tempo incredibile e nuovo record italiano di 9″84, è terzo nella sua semifinale. La finale si corre lo stesso giorno. Nei primi 20 metri, Fred Kerley, il cinese Su Bingtian e l’americano Ronnie Baker sono più rapidi di Jacobs, ma tra il 25º e l’85º metro, Jacobs dimostra una superiorità netta. Con una velocità media di quasi 37 km/h e un picco di oltre 43 km/h, Jacobs vince con il tempo di 9″80.
Una vittoria epica
Domenica 1º agosto 2021, il cielo di Tokyo ha visto sorgere una nuova stella nell’atletica leggera. Marcell Jacobs ha conquistato la medaglia d’oro nella finale maschile dei 100 metri, interrompendo l’egemonia giamaicana di Usain Bolt e segnando un traguardo storico per l’Italia. Jacobs ha fermato il cronometro a 9″80, migliorando di 4 centesimi il record personale stabilito solo poche ore prima in semifinale.
Quella sera di gloria è ulteriormente impreziosita dall’oro olimpico di Gianmarco Tamberi nel salto in alto, pochi minuti prima della vittoria di Jacobs. Un’atmosfera magica che si conferma pochi giorni dopo grazie all’oro olimpico della staffetta 4×100 metri, dove il destino di Marcell e Filippo Tortu torna ad incrociarsi, insieme ai capolavori di Lorenzo Patta e Fausto Desalu.
L’eredità di un campione
Ogni campione affronta le proprie battaglie, sia sul campo che fuori. Per Marcell, ogni sfida superata, ogni infortunio che lo ha costretto a fermarsi, non è stato un ostacolo, ma un trampolino di lancio verso la grandezza. “Più veloce del vento” non è solo un modo di dire. Per Marcell Jacobs, è una realtà quotidiana, una lotta continua per superare i propri limiti e volare sempre più alto.
E mentre guardiamo verso il futuro, una cosa è certa: la storia di Marcell Jacobs è ancora lontana dall’essere finita. Eppure, oggi c’è chi lo critica. In Italia, invece di proteggere i nostri campioni, sostenerli, ringraziarli, siamo pronti a criticare. Tutti noi speriamo che torni sul podio a Parigi 2024, ma se non succederà, caro Marcell, grazie lo stesso.
Ogni vittoria, ogni passo, ogni sacrificio di Marcell Jacobs rimarrà indelebile nella storia dello sport italiano. La sua carriera è un’epopea di resilienza, determinazione e straordinaria velocità, un lascito che ispira e incanta. E, mentre la sua corsa continua, noi non possiamo che guardare con ammirazione e speranza, pronti a celebrare ogni nuovo trionfo di questo fulmine azzurro.