LE OTTO SALITE

C’era una volta un paese che per una volta l’anno diventava tre paesi uniti da OTTO SALITE.

In questa giornata speciale, per tutte le volte che si ripeteva la magia orografica, c’erano due amici che si incontravano sulle strade che univano i paesi.

Il primo amava correre in salita e provava piacere nel sentire sul volto il freddo di fine gennaio.

L’altro amava quel luogo, ne era attratto e nel contempo sentiva di viverlo in un rapporto combattuto.

Ogni volta che i due tornavano al cospetto delle otto salite, le loro reciproche scomodità si placavano.

Anche dopo tanto tempo, il primo non si era stancato di stare in mezzo alla gente, parlare del piacere della fatica e ricordare di quando qui ci veniva a correre con suo padre.

Di anni alle loro spalle ne sono passati tanti, i due amici si sono più volte allontanati, mentre le salite restavano immutate.

Al contrario, le gambe e la resistenza allo struggimento, davanti a quell’impegno di uno dei due, diventano ancore da cui è ripartito anche questa volta per superare la favola delle otto salite.

L’altro uomo amava ascoltare le vicende nate proprio a ridosso di quei pendii; seppur nato e cresciuto tra le brughiere, non si era mai legato fino in fondo a quella narrazione e così lasciava che i ricordi affiorassero grazie a chi ci tornava ogni anno.

Al centro del mondo, dove i due amici si ritrovano insieme ogni anno, il paesino era al suo posto, abbarbicato su una collina altissima, circondato da pendenze importanti.

Le otto salite è la storia di una passione, di ragazzi che amano correre ripassando ogni anno sulle impronte lasciate dei loro padri.

Le affrontano pensando che l’ultima volta sia davvero l’ultima, ma finiscono puntuali come il gelo invernale per fare ritorno al cospetto dei loro amati sentieri.

Corrono in mezzo a persone diverse, in mezzo a chi vive tra valli assolate e piatte e chi di quelle salite conosce ogni metro.

L’uomo di quelle montagne incarna la purezza e l’ingenuità di chi non ha conosciuto altre imprese ma resta fedele alla sua strada, mentre chi, in un rapporto tormentato va e viene senza trovare pace.

Ogni volta che sono fianco a fianco, spingendo sui polmoni, provando a correre più veloci dell’ultimo incontro, le otto salite fanno da pietra di paragone, misura necessaria per testare la purezza del loro amore per lo sport e la corsa.

Si lasciano andare cullati dalla fatica, nella pienezza della maturità raggiunta.

Correre non è mai un gesto scontato, ha bisogno di rispetto e protezione, gli stessi strumenti necessari ad affrontare le otto salite.

Correre in salita è aprire un varco dentro te stesso, è scavare alla ricerca del tuo patrimonio d’atleta e non solo. Vuol dire avvicinarsi un po’ di più a cosa hai dentro.

Le lenti invisibili della tua autostima ti portano a vedere oltre quel momento di scoramento, consapevole che esse rappresentano lo strumento più importante, che non tutti sanno usare a proprio favore.

Allora ti basta uno spiraglio di sole, un versante che spiana e altri accanto a te a cui affidare le cose piacevoli della tua quotidianità: la tua maglia preferita, un amico con cui parlare e il giro che più ti piace.

Sopra a tutto resta il giro delle Otto salite che tornerai a correre il prossimo anno.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso