Le donne che corrono sono la nostra forza

correre in menopausa
correre in menopausa

Fino alla fine degli anni ’60 nessuno correva. C’erano pochissime gare, manifestazioni che erano già iconiche, ma che mettevano insieme poche centinaia di concorrenti.

Erano tutti uomini, tutti di età compresa tra i 20 e i 40 anni, tutti tesserati nei club di atletica prestigiosi.

Che mondo era quello dove era vietato alle donne e ai giovani di correre fino al 1977?

Perché oggi vediamo migliaia di donne correre la maratona quando non potevano correre più di 1500 metri fino al 1984?

“Cosa cercano questi milioni di persone che, saltuariamente o regolarmente, escono di casa senza pettorale, senza cronometro, senza classifica, solo per correre?”

Oggi nessuno si pone più queste domande, la visione della corsa è completamente cambiata.

Le donne sono più numerose nelle gare di media distanza come le 5, 10 km e la mezza maratona. Hanno 4 anni in meno degli uomini e rappresentano il 57% dei corridori, almeno negli USA.

Nella nuova puntata del nostro show STORIE DI RUNNER 451, prodotto in collaborazione con Simone Cellini, abbiamo intervistato Elena Casiraghi per capire le differenze, se ci sono, nell’allenamento tra donna e uomo e, inoltre, vedere l’allenamento femminile in tutte le fasi della vita, dall’allenamento durante il ciclo, durante la gravidanza, dopo la gravidanza, in menopausa ecc…

Inoltre abbiamo due belle testimonianze di runner, Anna Desiderio e Daniela Falzone, con le  loro storie esemplari.

 

Sono passati solo 50 anni da quando le donne potevano iniziare a prendere parte alle gare.

Nel 1967 Khaty Switzer partecipò alla maratona di Boston solo con le sue iniziali. Proibita alle donne, diventa la prima a partecipare ufficialmente a una maratona. Completa la sua corsa con un tempo di circa 4 ore e 20 minuti. La foto del suo arrivo fece il giro del mondo.

Un anno prima Roberta Gibb aveva corso illegalmente la maratona in 3:51, un’ora in meno. Ora è riconosciuta come la prima donna ad aver corso la maratona, mentre Kathrine Switzer è la prima ad averla completata con una registrazione ufficiale.

Dopo aver dimostrato che le donne potevano correre 42.195 km, Kathrine Switzer ha permesso alle donne di partecipare ufficialmente alla maratona di Boston nel 1972. Quindi nel 1984 è stato creato un evento olimpico per rappresentare le donne nella maratona.

È l’americana Joan Benoit a vincere questa prima maratona femminile a Los Angeles.

L’impegno di Kathrine l’ha portata a creare l’Avon International Running Circuit nel 1972, più di 400 gare che accolgono esclusivamente donne in 27 paesi.

Kathrine ha partecipato a 39 maratone e ha persino vinto quella di New York nel 1974.

Ha chiaramente lasciato il segno nella storia della corsa femminile.

In Francia bisognerà aspettare fino al 1997 per vedere una gara femminile.

La Parisienne, un evento di 3 giorni incentrato sulle donne: sport, salute, cibo, bellezza, benessere… con 1 gara di 6,7 chilometri, 1 camminata e 1 evento Yoga.

Sebbene le donne siano ora ben integrate nel mondo dello sport e della corsa, ci sono ancora progressi da compiere e lo sviluppo dello sport femminile deve continuare, in particolare in Italia. Se nel 2018 le donne rappresentano solo il 25% dei partecipanti alla maratona di Parigi, sono il 42% alla maratona di New York.

Le donne che corrono sono la nostra forza e lo saranno ancora domani.

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso