Le conseguenze dell’amore per la corsa in natura

Ieri, alla 23a edizione della Ecomaratona dei Marsi, il tempo è stato clemente, ma non del tutto. Nubi e nebbia in quota hanno portato gli organizzatori a prendere delle decisioni scomode ma necessarie.

Eravamo al 25 km e da lì a poco avremmo dovuto iniziare la salita sul Monte Colubrica (1713 mt s.l.m.).

Uno strappo importante e con tutti quei km di montagna già sulle gambe e una nebbia densa in quota, cambiare il percorso sarebbe stata una scelta che avrebbe deciso se garantire sicurezza alla gara o metterla a rischio. 

Alvise Di Salvatore, responsabile della gara, era in contatto con i volontari lungo il percorso tramite ponte radio e parlava accorato:

“Andremo incontro a critiche ma io non me la sento di farli salire in vetta con quella nebbia, è rischioso, se vorranno vederla torneranno il prossimo anno, prima di tutto la sicurezza, poi la gara.”

Queste sono parole di chi ha a cuore lo sport e la natura. Perché la Ecomaratona dei Marsi non la improvvisi. Se decidi di partire da Collelongo è perché stai bene o perché hai davanti gare ancora più dure.

Resta il fatto che la Ecomaratona dei Marsi è una competizione senza mediazioni, 44 km esigenti come la terra che la ospita, ma generosa come la sua gente.

Da 23 anni ha selezionato migliaia di trailer, ha fatto nascere un amore unico per l’Abruzzo, e mentre la corri sai già che la Valle di Amplero ti resterà nel cuore per sempre 

Come ha detto il mio compagno di ventura Daniele Silvioli, “Correre qui ti rimette al mondo, ridà ordine e senso alle tue cose, sistema le tue priorità, ti da tempo di riflettere perché c’è solo il tuo respiro e Madre Natura. Oggi è stata una grande giornata.”

Ed è stato esattamente così, ci siamo fatti una utilissima compagnia, parlando e ascoltando il reciproco passo. Senza forzare e senza voler consumare ogni energia. 

Un arrivo con il sorriso è tutto quello che ci vuole quando fai sport nella natura incontaminata. 

Grazie Ecomaratona dei Marsi, grazie Daniele