Da circa due settimane ho finito di leggere il libro “L’arte di allenare” di Max Monteforte, il mio coach.
Non si tratta di un libro in cui vengono indicate solamente tabelle/tempi o numeri ma di un libro in cui si racconta l’arte di correre e di allenare, della corsa come stile di vita come parte fondamentale della propria giornata.
Come un meraviglioso strumento per accrescere benessere, forza interiore e resilienza.
E’ un libro di riflessioni sulla fatica vista, non come nemica, ma come una fedele compagna di viaggio, di cui noi runner non possiamo farne a meno, sulla concentrazione e sulla forza di volontà come disciplina di vita.
Se potessi descriverlo con una semplice parola sarebbe sicuramente “EMOZIONE” . Perché?
Perché emozionante è stato leggere la prefazione di un grande campione come Gianni Poli che mi ha trasportata nel suo racconto della meravigliosa vittoria alla Maratona di New York nel 1986 facendomi provare le sue stesse sensazioni e pensieri.
Perché parla di quei sogni che tutti vorremmo raggiungere nonostante le tante difficoltà che la vita a volte riserva a noi runner, proprio come ha fatto e continua a fare Max.
Sogni che se vogliamo, con le giuste persone accanto, possono diventare obiettivi e successivamente traguardi perché se c’è una cosa che Max mi ha insegnato, e nel suo libro viene ripresa più volte, è che non bisogna mai smettere di inseguire la “meta” tanto sognata; non si deve mai demordere, bisogna stare lontani dai cosiddetti “ tiratori di giacca” e seguire la propria strada.
“L’arte di allenare” è un libro che racconta le delusioni e le difficoltà che lo sport a volte ci riserva.
Quello che Max vuole farci capire è che spesso anche quando tutto sembra in salita, quando si pensa di aver fallito in realtà la soluzione per arrivare al successo è credere di più in noi stessi e nelle nostre forze ;
bisogna saper agire e reagire perché le difficoltà fanno parte del “gioco” e ciò che conta è saperle affrontare e superare.
“L’arte di allenare” è un libro che ti prende da leggere tutto d’un fiato; è la storia di Max , di un ragazzo che ha dato anima e corpo all’atletica e che ancora oggi, dopo 40 anni, allena educa ed insegna con la stessa passione lo stesso entusiasmo di quando, ragazzo, andava a dormire sognando di diventare un campione.
Nelle sue righe credo che un po’ tutti noi ci riconosciamo; io mi sono sentita dentro ogni sua parola: avete presente l’emozione che si prova dopo una gara preparata da tanto tempo, con tanto di PB?
Ecco, io leggendo il suo libro ho provato le stesse emozioni; chiusa nella mia stanza, seduta sul mio letto ma con la testa fuori, correvo felice ad inseguire il traguardo con le gambe che andavano al passo della lettura e la mia testa che leggeva le parole stimolanti del coach.
“L’arte di allenare” racconta anche la storia della ASD Purosangue Athletics Club che per Max è come una seconda famiglia; leggendola ho capito i tanti sacrifici i progetti le idee e anche un po’ la pazzia unita al coraggio, che sono servite a creare tutto ciò, un po’ come quando si deve aprire una propria attività o si deve andare ad abitare dentro una nuova casa.
Un po’ tutti conosciamo quelle emozioni: un mix di dubbi che sono uniti dalla voglia di fare e di intraprendere un nuovo percorso, perché senza un po’ di pazzia e di coraggio ( ma anche di rischio) il gusto viene a mancare.
Tutto questo lo possiamo leggere nel libro di Max che oltre ad essere un grandissimo manuale di running è un prezioso bagaglio di esperienze e di consigli di vita, nel quale il Coach è stato in grado di trasformare la corsa in una metafora della vita:
c’è una strada da percorrere facile o difficile che sia, c’è una sosta, ci sono i compagni di avventura, c’è un traguardo ed infine il raggiungimento della propria meta.
Giulia Cappelli