La storia di Mattia, da un dramma al trionfo del Circo Massimo

Tra le migliaia di partecipanti alla maratona, ci sono storie che spiccano per la loro intensità e capacità di ispirare. Ogni anno, Roma diventa il palcoscenico di una maratona che non è solo una competizione sportiva, ma un viaggio dentro se stessi. Una celebrazione di storie, emozioni e rinascite, quella di Mattia Martinello è una di queste.

Ventimila atleti, ognuno con un motivo diverso per correre: c’è chi corre per sfida, chi per guarigione, chi per onorare una promessa. Ma c’è un filo invisibile che lega tutti coloro che attraversano i sampietrini di Roma: la ricerca di una vittoria personale, di un traguardo che vada oltre quello fisico, che parli di riscatto, di rivincita su se stessi e sulle avversità.

Mattia ha dovuto affrontare un destino che avrebbe spezzato molti: nel 2014, a seguito di una caduta nei pressi del Colosseo, entrò in coma e iniziò una lunga battaglia per recuperare dalla paralisi cerebrale. Dove altri avrebbero visto solo il buio, Mattia ha trovato una luce dentro di sé, ricominciando da zero. Ha dovuto reimparare a respirare, a camminare, e infine è tornato a correre, fino a diventare atleta della Nazionale Italiana di Calcio a 7.

Dieci anni dopo quel tragico evento, Mattia è tornato a Roma con una missione: correre la maratona per chiudere un cerchio. La città che gli aveva tolto tanto ora gli avrebbe dato la possibilità di riprendersi la sua vittoria più grande. Non da solo, ma accompagnato dalle persone che lo hanno sostenuto nel suo percorso di rinascita: la sua famiglia, gli amici, e Francesca, la compagna di vita che lo ha incoraggiato ad ogni passo. Insieme, hanno attraversato Roma non come semplici partecipanti, ma come veri e propri gladiatori, decisi a trasformare i fantasmi del passato in forza e orgoglio.

Una vittoria interiore che supera ogni traguardo
In un messaggio emozionante, Mattia ha condiviso il suo stato d’animo: “Ho sofferto più del previsto, forse per la grande emozione di presentarmi alla griglia di partenza e realizzare cosa stavo per affrontare: una sfida contro tutte le ombre del passato. Ho guardato quelle ombre, le ho affrontate e, con la medaglia al collo, ho dimostrato di essere più forte di tutte le avversità.” Le sue parole trasudano una commozione sincera, la stessa che ha provato nel tagliare quel traguardo tanto atteso. “Non nascondo che, con la medaglia al collo, mi sono commosso come un bambino.”