La storia di Manuela, una donna con i piedi a terra e lo sguardo verso il cielo

Sono finalmente seduta sul mio strapuntino dopo circa 20 ore di volo. Sono fuori da quattro giorni e ho girato mezza Europa dormendo in media 5 ore a notte, anzi di giorno, perché di notte ho sempre volato.

Sono una assistente di volo e questa la mia storia.

Mi chiamo Manuela, ho 48 anni e non ho sempre fatto questo lavoro, in verità ci sono arrivata quasi per caso, andando alle selezioni sicura che non mi avrebbero mai preso.

E invece eccomi qui.

Ho sempre lavorato nel mondo dell’editoria e ad un certo punto della mia vita ho scelto di cambiare.

Prima vi racconto qualcosa di me.

Sono sempre stata una ragazza sportiva, da piccola giocavo a tennis a livello agonistico, sognavo di diventare come Steffi Graf. Passavo ore ad allenarmi a volte anche da sola contro un muro, ricordo perfettamente i sabati e le domeniche passate a studiare a casa mentre i miei amici uscivano a divertirsi.

In settimana mi allenavo fino a tardi e non mi restava altro tempo per recuperare. Ma non ho mai mollato, di sicuro questo è il tratto che più contraddistingue il mio carattere. Sono caparbia e ho una forza di volontà e determinazione incredibili.

Giocavo ad un buon livello ma non sono riuscita a diventare la campionessa che sognavo.

Nonostante tutto, finita la scuola, andavo in montagna ad insegnare a giocare a tennis ai bambini.

Nel frattempo ho cominciato a coltivare altre passioni sportive, tra le quali sci, l’equitazione e il bowling, sempre gareggiando ovviamente ed ottenendo anche qualche discreto successo.

A circa vent’anni mi sono appassionata al mondo del fitness e l’appuntamento quotidiano in palestra era diventato il mio momento di svago. Ci andavo la sera, dopo il lavoro.

Cominciava già ad essere complicato incastrare gli impegni del lavoro, con quelli familiari (nel frattempo mi ero sposata) e gli appuntamenti sportivi.

Trovavo sempre e comunque il modo di allenarmi, se non in palestra a casa.
Sono diventata istruttrice fitness certificata FIF, per me è stato motivo di grande orgoglio e soddisfazione.

Ma non mi bastava.

Un giorno d’estate, ero in vacanza in Sardegna ed ho sentito il bisogno di uscire al mattino presto per provare a correre, pensavo sarebbe stata una passeggiata rilassante, in fondo ero allenata e facevo da sempre moltissimo sport!

Dopo un km ero già in affanno. Mi faceva male tutto. Credo di aver corso 5 o 6 km ma con una fatica imbarazzante.

Da lì non ho più smesso di correre. Mi sono allenata con costanza e dopo due mesi ho corso la mia prima gara, una mezza maratona. L.’obiettivo era chiuderla sotto le due ore, timing finale 1 ora e 59 minuti.

La corsa mi era entrata nel sangue, dopo ogni gara pianificavo quella successiva, 10km mezze maratone e maratone.

Trascorsi circa due anni sono entrata nella squadra del Pfizer Italia Running Team, una società che mi permetteva di correre le più belle maratone in Italia e all’estero.

Quelle che porto nel cuore sono Roma, Amsterdam, Chicago e Atene.

E proprio in questo periodo sono diventata assistente di volo.

Un lavoro che si può fare solo per passione, a differenza di ciò che si pensa non è andare in vacanza in posti bellissimi, ma è stare sempre fuori casa a volte per settimane, spesso con equipaggi composti da sconosciuti e non sempre in posti meravigliosi.

Si sta a casa magari cinque o sei giorni al mese. Mai a Natale o Capodanno o nelle feste comandate.

Perdiamo compleanni, eventi e non riuscìamo mai a pianificare con anticipo i nostri impegni.
Le ore passate sull’aereo sono molte, partenze in piena notte stando attenta a non svegliare nessuno, pranzi o cene ad orari improbabili dopo ore in piedi con gli occhi stanchi e la mente in pausa.

I fusi orari che ti tengono sveglia nel cuore della notte o viceversa che ti uccidono di sonno quando la tua famiglia reclama la tua presenza.

E in tutto questo lo sport?

Eh lo sport non può mancare, nel frattempo ho cominciato ad allenarmi per il triathlon. Nuoto, bici e corsa.

Matta! Può essere.

Ma la verità è che non ci sono limiti a ciò che possiamo fare.
La nostra testa è il nostro limite, è una assoluta verità.

Spesso sono stanca e stremata e certamente sì, mi capita di saltare qualche allenamento, sono pur sempre umana anche se il mio soprannome è Wonder Woman!

Quando preparo la valigia le prime cose che metto dentro sono le scarpe da running, il costume e gli occhialini per nuotare.

Se faccio sosta in qualche posto nuovo studio i percorsi più idonei per correre

ed i posti per nuotare.

Ultimamente sono stata 15gg in Islanda e ho visitato con piacere la bellissima città di Reikyavik, correndo.

Vicino all’hotel ho trovato un meraviglioso centro fitness con piscina.
Spesso dopo aver volato, mentre i miei colleghi andavano a riposarsi in camera, io mi cambiavo ed uscivo a correre sfruttando anche il fatto che per quasi 22 ore ci fosse luce.

Ero stanca? Si ovvio ma ripagata da ciò che potevo godere. Attimi che porterò sempre con me. La stanchezza scivolava via.

Mi basta solo infilarmi le scarpe per fare passare tutto. Stessa cosa per la bici o il nuoto.

Quello che ho capito è che davvero possiamo cercare di ottenere tanto dal nostro corpo, dalla nostra mente, spostando l’asticella un po’ più in su.

Lo sport è parte integrante della mia vita, come mangiare o respirare, mi fa stare bene, mi fa stare in pace con me stessa.

Riuscirò sempre a trovare un piccolo spazio per allenarmi tra le lunghe ore di volo e gli impegni quotidiani, con i piedi ancorati a terra ma con lo sguardo verso il cielo e la testa tra le nuvole.