In provincia di Verona vive una donna che ha trasformato il suo cammino di dolore e perdita in una storia di speranza e rinascita.
Sabina ha affrontato l’abisso e ne è emersa più forte, ci racconta come lo sport, in particolare la corsa, sia diventato il faro che l’ha guidata fuori dal buio più profondo.
Nel 2019, la sua vita è stata sconvolta da una diagnosi che nessuno vorrebbe mai ricevere: un cancro al seno, aggressivo e spietato, che seguiva da vicino la perdita del fratello a causa di un glioblastoma cerebrale.
In un periodo in cui il mondo sembrava frantumarsi sotto i colpi della malattia e della solitudine, con il corpo e lo spirito logorati dalla chemioterapia e dall’abbandono sentimentale del compagno, sembrava non ci fosse via d’uscita.
Eppure, nel cuore del dolore più atroce, Sabina ha trovato la forza di reagire, testimoniando la capacità incredibile dello sport di offrire non solo una cura per il corpo ma anche per l’anima.
Con la sconfitta del cancro, il recupero del peso forma e la ricrescita dei capelli, Sabina ha sperimentato una rinascita fisica ed emotiva, riscoprendo un attaccamento alla vita che prima le era sconosciuto.
La sua decisione di iscriversi al gruppo di corsa “Running Dream” di Legnago è stata il primo passo verso la scoperta di una passione che sarebbe diventata il pilastro della sua rinascita.
La corsa, per Sabina, non è stata solo un esercizio fisico, ma una vera e propria terapia dell’anima, un modo per riconnettersi con sé stessa e con il mondo intorno a lei.
Da 5 a 10, da 16 a 21 km e infine la maratona di New York, ogni passo ha rappresentato non solo una sfida fisica ma anche emotiva, un tributo al fratello perduto e un messaggio di speranza per coloro che stanno ancora combattendo le loro battaglie.
La storia di Sabina è un inno alla vita, una testimonianza della capacità umana di superare le avversità attraverso la forza dello spirito e del corpo.
La corsa diventa metafora di resistenza, di lotta contro ogni ostacolo, di riscoperta della gioia di vivere. Il vento, il sole, la pioggia, e l’aria diventano compagni di viaggio, testimoni di un percorso di guarigione che va oltre il fisico, per toccare le corde più profonde dell’animo umano.
Sabina ci insegna che non importa quante volte la vita ci metta alla prova; ciò che conta è la capacità di rialzarsi, di trovare in noi stessi e nelle passioni che coltiviamo la forza per affrontare le tempeste.
La sua storia è un promemoria che, anche nei momenti più bui, c’è sempre uno spiraglio di luce, un sentiero che aspetta solo di essere percorso. E, talvolta, quel sentiero è lastricato di asfalto, fango, e sudore, segni tangibili della nostra resilienza e della nostra volontà di vivere pienamente, nonostante tutto.