Quest’anno ho deciso, vado in vacanza sulla neve. Per lo sci alpino dovrei ricomprare quasi tutto, calo dal palchettone l’attrezzatura accumulata negli anni, mascherine da slalom che si sbriciolano tra le mani appena tolte dalla custodia, occhiali Invicta a goccia specchiati firmati da Pirmin Zurbriggen in persona, un marsupio con dentro mille lire e un burro di cacao Labello in avanzato stato di decomposizione, un paio di calzettoni con l’elastico sbrindellato.
Ne approfitto e comincio a riempire il bustone nero della monnezza, ci sono anche dei Moon Boot verde pisello comperati al Gran Bazar di via Germanico nel 1985 e, in fondo in fondo, i miei sci alti 2 metri e 20 con ancora appiccicate la figurine di Pruzzo e Di Bartolomei per riconoscere il destro dal sinistro.
Ad un certo punto una sacca con dentro qualcosa di non ben identificato. La apro e cosa trovo dentro? Il canotto arancione Nautilus Pirelli (quello per cui ti vergognavi di scendere in spiaggia) ancora cosparso di borotalco Roberts per non far appiccicare la gomma.
Oddio, c’è pure la roba da mare, maschere, pinne, fucile ed occhiali, anche 2 Vatussi a-a-abbronzatissimi insieme ad Edoardo Vianello mummificato.
In un attimo la storia della mia adolescenza difficile si ritrova, con un po’ di malinconia, dentro al cassonetto dell’indifferenziata.
Abbandono l’idea dello sci, vado in montagna ma farò trekking, né più e né meno di quello che faccio tutte le mattine. Le passeggiate in Val Pusteria sono bellissime, rilassanti, colori e paesaggi stupendi, ti puoi prendere tutto il tempo che vuoi, hai l’intera giornata a disposizione, non ci sono tempi o percorsi da rispettare, puoi accelerare, ti puoi fermare per un bombardino, un cappuccino, un grappino o una dose di vaccino (licenza poetica per la rima).
Hai tempo per fermarti a fotografare, immortalare colori unici, oppure ascoltare i rumori e i colori del vento, lo scrosh degli scarponcini sulle neve, l’aria pungente che ha un odore diverso.
D’altronde sono le 10 del mattino, hai appena incominciato a camminare, sei da solo sul sentiero e devi arrivare alle 19.30 prima di rivedere gli amici a cena: hai voglia a rimirar ruscelli, anime, focolari, chiare fresche e dolci acque.
Mentre cammini hai la mente libera e pensi. Assapori il piacere di stare da solo e di purificarti. Potresti scrivere un romanzo sulla neve fresca ma sei da solo, fermarti a guardare un corso d’acqua ma sei di nuovo da solo, lavare, strizzare e asciugare l’anima ma sarai sempre solo. Puoi disegnare anche un capolavoro sulla tela bianca a tua disposizione ma non sai a chi mostrarlo, sei solo, non puoi condividerlo con nessuno perché sei solo, maledettamente e dannatamente solo.
Allora, nel mezzo della Val Fiscalina, chiudi gli occhi e fai un reset. Il tuo cuore e la tua anima fanno copia/incolla dalla Val Pusteria a Piazza Mazzini e capisci quanto sono importanti le persone che camminano insieme a te, quanto ti danno anche con un buongiorno o la loro semplice presenza.
Julia, non la conosci ma c’è, non l’hai mai vista, non la incontrerai mai perché è di un’altra città, ma è come se camminasse tutti i giorni con te. C’è Monica, la vedi arrivare sempre con il sorriso, sai che prima di uscire sistema le piante e svuota velocemente la lavastoviglie perché ha piacere di camminare con te e con gli altri. C’è Luciano, sta a Modena ma parte e arriva alla tua stessa ora. C’è Stefania, ti viene incontro sempre con il sorriso e non vede l’ora di prendere il cappuccino con te e con gli altri.
Fabrizia la incontri sempre, dalle prime ore del mattino fino all’imbrunire, è di ronda fissa intorno a piazza Mazzini. Oltre ai treni in programma ne confeziona altri “on demand”.
Te voi fa ‘na camminata alle 4 de notte perché te sei svejato cor bruciore de stomaco dopo ‘na magnata? Chiami Fabrizia che, in streaming, ti fa un treno speciale, è più veloce ed efficiente dei corrieri Amazon. C’è Maurizio, non ci hai mai camminato ma sai che ti sta simpatico, solo oggi hai saputo che dietro quel carattere scherzoso c’è un uomo che 2 anni fa ha avuto una grossa perdita e che, nonostante tutto, è ancora pieno di volontà e di forza.
C’è Stella che fa tutto, cammina, fa la spesa, la mamma, la nonna, la ballerina di burlesque, la lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città, la capotreno, le presine all’uncinetto, va al teatro, al cinema, arancia,birra, coca, caffè borghetti.
Fiorenza, che cammini, si alleni o corra, sembra sia sempre sopra un elegante RedCarpet.
Ci sono Catia e Valentina che guardano in Tv le stesse fiction ma, a quanto ho capito, con trame diverse, dipende per quanto tempo si addormentano, confondono primari con commissari, infermieri con vice questori aggiunti.
Mirella è la polisportiva per eccellenza, cammina, corre, il sabato mattina fa allenamento da soldato Jane, canta, balla la lap-dance (con palo e senza), lavora come free-lance e insegna flash-dance, sa cucinare bene l’uovo al tegamino. Poi c’è
Riccardo, non gioca a biliardo ma ha organizzato una caccia al tesoro che manco gli ingegneri della NASA l’avrebbero progettata cosi’ articolata e dettagliata.
Irma è la super impegnata del gruppo, nell’arco della settimana alterna occupazioni diverse, dalla moda all’import/export e al volontariato, fa minimo 3 colazioni al bar con 4 spasimanti diversi, va a teatro, al cinema, gioca a burraco, assopigliatutto e scopa (beata lei).
C’è Serena, si rivolge a te sempre al femminile e ti dice “Brava” anche se sa che quando vai al bagno fai pipì in piedi.
Poi c’è Daniela, arriva sempre in anticipo agli appuntamenti delle camminate, a volte anche 2 secondi prima.
Poi ci sono Silvia, Terry, Marta, Marika, Simon, Mauro, Laura, Michela, Rossana e altri 1000.
Tutti loro, messi assieme, forse valgono molto di più della val Pusteria, delle Alpi e di tutte le catene montuose del mondo, dagli Appennini alle Ande.
Alberto Romaldi