La più bella del reame…

Lo scorso weekend StorieCorrenti si è inerpicata, è proprio il caso di dirlo, lungo le strade bianche della Toscana, percorrendo l’itinerario dell’Eroica, la mitica gara di ciclismo vintage nata, come riporta il sito web dedicato,

”…per amore verso quel ciclismo che fece scrivere un bel po’ di storia e tanta letteratura italiana con l’intento di ricercare le radici autentiche di uno sport bellissimo, con una grande anima popolare”

Studiando la cartografia e le altimetrie, siamo riusciti a dividere il percorso della gara completa di 205 km in tre tappe, che abbiamo percorso in tre giorni e con tre distinti itinerari ad anello affinché ogni giorno potesse essere vissuto con la massima intensità di paesaggi e, diciamolo, con la minima di fatica, perché lo scopo di questa tre giorni era viverci il paesaggio, prenderci le nostre pause ma soprattutto di rioccuparci, anche attraverso i pedali, di noi stessi.

In 200 anni in quattro abbiamo percorso i 200 km in sella a quella che ognuno liberamente, ha ritenuto essere la bici più adatta allo scopo di questa tre giorni.

Marco aveva il desiderio di viversi il viaggio, fermarsi, fotografare e raccontare come sa ben fare: ha noleggiato una bici trekking da città a Roma ammortizzata con un buon cambio a 9 velocità e la tripla corona sull’anteriore, freni a disco idraulici e comoda sella. Pur pesando come un trattore lo ha portato ovunque e con una postura comoda e rilassata senza alcuna foratura nonostante i 200 km di percorso all’80% sterrato grazie ai pneumatici Schwalbe Marathon Plus 700 x 42c di cui era dotata.

La Stevens in alluminio con cambio Shimano Deore 27 velocità di Marco. Con forcella anteriore, freni idraulici, un comodo portapacchi monta pneumatici antiforatura Schwalbe Marathon Plus.

Marcello non vedeva l’ora finalmente di rendere giustizia ad un altro dei sui acquisti compulsivi in tema di biciclette…
Ha scelto per l’avventura Toscana quella che forum e cronache di altri ciclisti sul percorso riferivano essere la bici più adatta: una Gravel della Trek, la CrossRip Comp montata con tripla anteriore e 9 pignoni posteriori, freni a disco, ruote 700x32c Bontrager leggermente scolpite, dotata di telaio in alluminio e forcella in carbonio accessoriata per l’utilizzo cittadino con portapacchi e parafanghi.

Sulla carta la bici ideale da viaggio. Anche per Marcello nessun problema con la bici. Nonostante la postura da “bici da corsa” per la tre giorni la Gravel è stata comoda seppur con qualche limite di rigidità sul fondo sconnesso complice soprattutto gli pneumatici a sezione ridotta e alta pressione. Grande vantaggio il peso e la scorrevolezza sui percorsi asfaltati, quasi al pari di una bici da corsa. Piccolo limite la rapportatura del cambio che sulle salite in sterrato al 15% di pendenza ha mostrato problemi di trazione: impossibile mettersi in piedi sui pedali senza perdere aderenza sul pneumatico posteriore.

La Trek CrossRip Comp di Marcello. Dotata di attacchi borse e portapacchi rappresenta una bici polivalente per l’utilizzo sia cittadino che in viaggio.

Andrea aveva studiato a tavolino il percorso e analizzato che i dislivelli erano molto importanti, circa 4000 i metri complessivi di dislivello in tre giorni. Andrea ha optato per una bici prettamente da corsa, la sua Olympia Boost con telaio in carbonio e cerchi in alluminio con pneumatici 700 x 28C della Vittoria rinforzati al graphene.

Dotata di cambio elettronico Ultegra 11V e freni a disco, nelle intenzioni di Andrea, erano il basso peso e la leggerezza nei tratti di asfalto i vantaggi nel percorrere l’Eroica con una bici da corsa. Del resto, ricordiamo, l’Eroica viene percorsa con bici da corsa ante 1987 con cambio sul tubo obliquo, abbigliamento vintage e pneumatici spesso tubolari.
I limite nell’utilizzo di una bici prettamente da corsa si sono avuti quasi subito quando, sulle prime salite al 15%, dove nei tornanti la pendenza diventava ancor più elevata, avere i piedi agganciati alla bici e la loro suola scivolosa ha rischiato di far cadere Andrea più di una volta. Dal giorno seguente ha deciso infatti di indossare scarpe da ginnastica pur su pedali dotati di attacco Look per bici da corsa guadagnando molta più sicurezza a scendere dal mezzo sul brecciolino.. Nessuna foratura nemmeno per Andrea nonostante la gommatura più sportiva. La leggerezza della bici, unita all’ottima conoscenza del mezzo con il quale percorre migliaia di chilometri all’anno, gli hanno fatto terminare la tre giorni esattamente come tutti, in sella e con il sorriso.

Andrea con la sua bellissima Olympia Boost con cambio elettronico Shimano Ultegra 11V Di2 e compatta 52-34.

Infine il nostro amico Stefano, ultimo nella recensione, solo per una vendetta di chi scrive e nel tentativo di vendicare gli altri tre “Eroici per caso”, che nella tre giorni arrancavano nelle salite sempre dietro di lui come il sottoscritto a suon di imprecazioni difficili da ripetere.

Primo a salire e ultimo a ripartire Stefano in sella o meglio, a bordo della sua stratosferica Moustache Samedi 29 Game, una mountain bike full a pedalata assistita motorizzata Bosch di ultimissima generazione, si è goduto il percorso dal primo all’ultimo chilometro. Dotato di ogni comfort, con escursione delle sospensioni da 160 mm sia all’anteriore che al posteriore, ruota da 29 pollici con tassellatura da off road ha lamentato al termine dei tre giorni, come tutti del resto, solo un leggero fastidio per non aver ancora trovato la sella giusta per la sua belva. Fantastica bici la sua, dall’esborso decisamente importante, ma che utilizza frequentemente nell’autoconvinzione, non del tutto sbagliata: “come fosse l’abbonamento di una palestra…del resto non ho vizi e come sapete a 50 anni….”.

Dotata del nuovo motore Bosch, ci ha spiegato che, con il motore spento, l’elettronica disaccopia completamente il motore dalla trazione risultando una bici del tutto muscolare pur con i suoi 23 kg di peso complessivo. Dotata di una batteria estremamente generosa gli ha donato energia per affrontare ogni salita e ripartenza e, grazie a questo, ci siamo potuti portare dietro anche del peso aggiuntivo che altrimenti avremo certamente lasciato a casa come ad esempio un drone con il quale Stefano ha fatto delle bellissime riprese sorvolando vigne e paesaggi lungo il percorso. L’ho provata per un breve tragitto. L’impressione è che non viene meno il piacere di pedalare e che, con la medesima intensità, la tua forza nella posizione Eco dei 4 step disponibili, amplifica del 40% le tue energie donandoti più velocità nelle salite oppure meno sforzo se diminuisci l’intensità.

Durante il percorso abbiamo incontrato due coppie di cicloturisti “di una certa età” con le loro e-bike e l’impressione è che, nel rispetto dell’altrui sforzo, questi mezzi possano donare a tutti la possibilità di percorrere 100 faticosissimi chilometri in un solo giorno con 2000 metri di dislivello, farsi una doccia e affrontare il giorno seguente con la medesima energia al costo di una ricarica di pochi centesimi di euro pur non essendo persone allenatissime.

 

Stefano e la sua bellissima Moustache Samedi 29 Game motorizzata Bosch.

E quindi, qual è la più bella del reame?

“La più bella del Reame” in questo confronto di quattro biciclette estremamente diverse non c’è.

Ognuna ha dimostrato sul percorso dell’Eroica di avere pregi e difetti.

Laddove il minor peso era essenziale per affrontare con più leggerezza una salita rapidissima, la telaistica e l’essenzialità di una bici ultra fast come quella di Andrea ha mostrato i suoi limiti.

Quando Marco arrivava per via del maggior peso in ritardo rispetto a tutti in cima alle salite il suo sorriso ci diceva molto di quanto se la fosse goduta guardandosi intorno perso nel meraviglioso panorama che ci circondava.

Della mia Gravel non mi lamento se non che nelle ripide discese sul brecciolino più che nelle risalite il manubrio “tipo corsa” mostrava i suoi limiti di presa e stabilità nonostante le repliche dei freni sul manubrio tipiche di queste bici.

L’E-bike di Stefano gli ha consentito di portarsi peso aggiuntivo senza rimorsi: oltre al drone anche una generosa sacca d’acqua da qualche litro al seguito, cosa che invece noi abbiamo un po’ sofferto lungo il percorso non sempre dotato di punti ristoro o fontanelle per riempire le borracce.

La più bella del reame quindi non c’è oppure è proprio la bici che ci ha accompagnato in questa tre giorni perché, quale che sia il mezzo, questa esperienza ci ha insegnato che in cima alle salite più dure ti ci porta il cuore e la passione con il quale affronti la strada e le sue impervie prima ancora che il mezzo.

Proprio come nella vita, del resto la bicicletta è e rimarrà, una perfetta parabola della vita.
Come disse Albert Einstein:

“La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti ”

 

Marcello Perotta insieme ad Andrea, Marco e Stefano: “Eroici per Caso”.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso