Dopo tanti anni ho capito che la maratona non ha regole e a volte è il cardine dei nostri paradossi.
Sudi, imprechi e stai zitto, ti incazzi, sbraiti mentre ti superano tutti, ma ciò nonostante, con il tuo passo ed un sorriso da rintronato arrivi al traguardo, appagato di tutto.
Dopo una vita trascorsa a pestare catrame con un pettorale addosso ancora non è chiaro cosa è che ci fa ripartire ogni volta e arrivare fino in fondo.
Perché preparare una maratona non è mica poi la fine del mondo e questo lo sappiamo da sempre.
Dopotutto nella vita capitano esperienze ben peggiori, ma questa cosa di correre per 42,195 km ha una valenza che va al di là delle ovvietà dell’uomo e porta con sé tante indecisioni.
L’unica certezza di quella domenica mattina che ti fa essere così confuso e molto felice è un fremito, ancora inviolato, che ti prende il cuore e le gambe e che ti fa credere, anche solo per un giorno, di poter conquistare tutti i traguardi della vita.