Con questo pensiero ho girato per Barcellona in un lungo week end con il naso all’insù, gara compresa.
Il capoluogo Catalano è semplice così come raggiungerlo da qualsiasi aeroporto italiano. Con oltre un milione e mezzo di abitanti, non abbiamo scuse davanti ai nostri commenti Italo centrici, i nostri limiti si vedono e tutti.
È pulita, ordinata, ciclabile, accogliente, colorata, funzionale in ogni aspetto logistico dei trasporti pubblici e privati.
Gaudì con il suo estro e visione l’ha cambiata ma poi la storia moderna l’ha prima peggiorata e finalmente migliorata.
La mezza maratona di Barcellona è solo un pezzo della storia che mi hanno sempre raccontato di questa città.
Il centro abitato non ha un solo luogo che lo caratterizzi, un monumento che faccia da catalizzatore.
Oltre alla basilica minore de la Sagrata Famiglia è un mix di tesori aperti, gotici, architettonicamente innovativi, spazi assolati e inclusivi disseminati davanti a un mare che a volte ti dimentichi che ci sia ma è la prima cosa che vedi arrivando da Roma.
Dopo tante gare fatte in Italia e in giro per il mondo mi piace provare a rivedere gli scorci delle città visitate correndo.
Correre lungo le strade di Barcellona sembra di passare i grandi quartieri di Roma, tra la caratteristica popolarità del Prenestino e San Paolo, passando tra i viali del quartiere Eur.
Ma la cosa bella di Barcellona è il suo aspetto mediterraneo che ti sembrare di correre per le vie di Napoli.
Il finale è bellissimo con gli ultimi 3 km sul lungo mare della Barceloneta che sembra di essere a Miami, ma che non ha nulla da invidiargli.
Poco dopo torni nel Parco de la Cittadella per affermare finalmente la medaglia.
Barcellona è una bellissima immersione nel pieno di una Spagna che da anni ci ha doppiati in tutto.
Numero di arrivati alle gare, servizi pubblici di qualità e di conseguenza presenze turistiche mondiali, è seconda dopo la Francia con 84M di arrivi annui.
Hanno capito come rendere migliore la vita del turista, dal taxi che dall’aeroporto ci ha chiesto 24 euro in un venerdì mattina trafficato, alla realtà di una città dove i bambini, le famiglie e i tanti italiani hanno ritrovato una umanità che li fa essere al centro della città e non ai margini o in affanno per sopravvivere alle sue ingiustizie.
Facciamo tesoro di questi sprazzi di civiltà e inclusione e proviamo a metterli in pratica nello nostre di città, ce la possiamo fare.