Metti una sera d’inverno fredda e nuvolosa, lontana anni luce da una qualsiasi spiaggia da cui ti vorresti immergere per una nuotata come si deve.
Una di quelle sere dove lo scooter dal posto di lavoro fino a casa ti ci porterebbe da solo incurante del traffico di Roma.
Ma tu no, non ne vuoi sapere di un comodo divano, una buona birra e di un film in tv.
Tu sei una triathleta no? E non hai gare in vista e continui a dare ascolto a quelli bravi che ti ripetono da sempre che devi sentire l’acqua il più possibile, e allora se le cose stanno così, anche stasera si nuota.
A bordo vasca è tutto pronto, la tua solita corsia, i soliti movimenti prima di entrare.
Non proprio i soliti, perche un nuovo istruttore, uno di quelli che seguono i tanti principianti nella prima corsia, ti guarda e ti fa: “ma tu fai triathlon?”.
Capite che con quelle premesse meteo logistiche e psicologiche una domanda come questa è una ignizione di eritropoietina ad altra concentrazione per il proprio ego.
Lo guardi e con fierezza, rispondi un bellissimo Sì, acceso da tutte le sfumature dei colori di Iride dell’Olimpo.
La serata prende una piega completamente diversa. La tua solita corsia (velocità media) come per magia si trasforma in corsia VELOCE. Il caso vuole che in acqua ci siano già due tonni in spinta dal primo all’ultimo dei 25 metri di vasca che chiudono a raffica come se fossero pagine di un catalogo di Ikea.
Ma tu fai triathlon no? Hai detto quel si che ha allargato la portata di coronarie e femorali e ha messo il cuore a manetta per portare ossigeno dove non lo avevi mai fatto arrivare in tanti anni.
Entri in vasca e per 2km non esiste più niente e nessuno. E tra una ripetuta e l’altra ripensi alla domanda dell’istruttore e al fatto che tu non fai triathlon ma bensì pratichi 3 sport. La risposta più corretta sarebbe stata: “io nuoto, pedalo e corro”.
Perché di fatto è quanto facciamo molti di noi appassionati della fatica. Ci sentiamo vivi per ogni ora rubata alla città, agli uffici, alle serate scomode di novembre per poter entrare in un elemento diverso, correre o pedalare dove non avresti mai fatto e in fine ti guardi indietro e ti accorgi che hai messo insieme una somma di piccole cose che compongono uno sport bellissimo.
Lontano dalla realtà di tanti ma vicinissimo alle curiosità di molti che vorrebbero andare oltre i propri recinti.
Allora, la prossima volta che avete la curiosità di sapere cosa è fare tre sport, ripensate alla serata d’inverno trascorsa tra la voglia di un comodo bicchiere e il sapore del cloro dopo l’allenamento.
Non siamo triathleti ma dei semplici faticatori che trovano la forza di vedere cosa possono fare. Alcuni vi diranno che non fai bene nessuna delle tre discipline ma voi rispondete invece che avete semplicemente triplicato il piacere.
I tempi e gli spazi li accorciano gli altri.
A noi resta un gioco da grandi a cui piace fare le cose che si facevano quando eravamo piccoli.
Nuotare, pedalare e correre.
Tutto in una sola e unica cosa che è il triathlon.