Il testimone nella vita

Sono passati poco più di 10 giorni da quel caldo pomeriggio d’agosto in cui la staffetta 4×100 metri è valsa all’Italia una strepitosa medaglia d’oro.

Immagini che rivedresti senza stancarti mai dove tutto è stato indescrivibile.

Un cambio di testimone a dir poco perfetto dove è stata la squadra a fare la differenza e la sua preparazione.

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Eh si perchè per arrivare fino all’ultimo frazionista servono tutti nella giusta coordinazione, tra la partenza, il centro e la fine.

La giusta sincronia, lo stesso ritmo e con la stessa determinazione.

In quei cambi c’era tutto: storie di anni di sacrifici, di delusioni e gioie , di sconfitte, infortuni, medaglie, sudore e record.

In ogni passo c’era l’emozione e il sogno che diventava improvvisamente realtà.

E non è una singola curva a farti trovare il giusto ritmo perchè per arrivare fino al traguardo a volte devi aspettare.

Come il terzo cambio Eseosa Fostine Desalu, detto Fausto, il ragazzo di origine nigeriana con il dono della velocità nella corsa.

Perché secondo lo ius soli sportivo, non avendo la cittadinanza italiana per poter correre ed essere inserito nelle selezioni nazionali ha dovuto aspettare.

Lo ius soli sportivo permette ai minori stranieri di essere tesserati dalle federazioni sportive italiane; permettendogli di fare sport, ma non di essere inseriti nelle selezioni nazionali, per le quali, ancora oggi, è necessario avere la cittadinanza italiana.

Ha dovuto aspettare per arrivare fin dove è arrivato.

Certo è facile oggi applaudire il risultato finale, ma è l’attesa che andrebbe premiata più di tutto.

Quella di Fausto è una storia piena d’amore: quello della madre Veronica che ancora giovane e senza un soldo in tasca è partita da sola dalla Nigeria in cerca di un po’ di fortuna.

Che ha cresciuto il figlio da sola e senza nemmeno sapere una parola in italiano.

Lei che per comprare le scarpe, con il quale poi Fausto ha iniziato a correre, ha dovuto raccogliere pomodori nei campi e farsi in quattro per un futuro migliore.

E lui che nel 2011 ha vinto la 60 ostacoli indoor ad Ancona, ma non aveva la cittadinanza perché ancora 17enne.

Che nel 2017 in seguito ad un infortunio che ha rischiato di compromettere la sua corsa, ma che poi si riprende.

Desalù Fausto che nel 2018 ai giochi del Mediterraneo ottiene sui 200 la miglior prestazione dopo quella di Mennea.

Ha dovuto aspettare i diciotto anni per avere la cittadinanza e rappresentare la nazione in cui è nato.

Eh si perchè Fausto è diventato italiano nel 2012.

Una storia nel mezzo che a guardarla scorre veloce e passa sotto i riflettori per il risultato finale, ma non per le speranze raggiunte e le lunghe attese.

Quel grido fatto al compagno che stringe nella sua mano il sogno di una vita che corre veloce che ti cambia il destino.

Un cambio di testimone e storie che all’unisono arrivano al traguardo.

La meritata rivincita in una zona di cambio fatta di tempi perfetti,  di lunghe attese e sogni finalmente e meritatamente realizzati.