Il 25 Aprile tra memoria viva e storia nei luoghi dove il coraggio di pochi ha salvato il paese.

Ugo forno
Il luogo dove morì Ugo Forno con la targa in memoria e sullo sfondo il ponte di ferro

Nel dibattito contemporaneo sull’identità nazionale e sulla tenuta della democrazia, il 25 aprile rappresenta un faro che rischia però, con il passare del tempo, di perdere intensità.

Lo storico Alessandro Barbero ha spesso sottolineato la naturale tendenza degli eventi storici, anche i più cruciali, a scolorire nella memoria collettiva. Come accaduto per il Risorgimento, la Resistenza rischia di trasformarsi in una pagina da manuale, lontana dal cuore e dalla quotidianità delle nuove generazioni.

Ma proprio per questo, diventa essenziale rinnovare il senso di questa data, non solo con celebrazioni formali ma con riflessioni profonde e storie vive. Una di queste è quella di Ugo Forno, detto Ughetto, piccolo-grande eroe della Resistenza romana.

Siamo nel quartiere Nuovo Salario, lungo la ciclabile che costeggia l’Aniene, dove un ponte ferroviario in ferro – ancora oggi percorso dai treni della linea Roma-Firenze – porta il suo nome.

È qui che Ugo, a soli 12 anni, sacrificò la vita per difendere la sua città. Era il 5 giugno 1944: le truppe tedesche in ritirata tentavano di far saltare il ponte per ostacolare l’avanzata degli Alleati. Ugo, con altri giovani partigiani, intervenne per impedire la distruzione di quella struttura strategica. Cadde sotto il fuoco tedesco, diventando l’ultima vittima della Resistenza romana. La sua memoria è oggi onorata con una medaglia d’oro al merito civile.

Quella di Ugo Forno non è solo una storia di eroismo infantile, è un monito. Un promemoria che la libertà non è mai scontata, che la democrazia va difesa anche nei gesti quotidiani, e che ogni luogo – anche una ciclabile attraversata da runner – può essere intriso di memoria e significato.

Barbero ci invita a non cadere nella trappola della retorica: la memoria non può essere imposta, deve essere coltivata con consapevolezza. E proprio storie come quella di Ugo Forno possono aiutare a costruire un ponte – reale e simbolico – tra passato e presente, tra sacrificio e civiltà democratica.

Il 25 aprile del 1945 segnò ufficialmente la nascita della Repubblica democratica italiana, ma ogni anno ci chiede di rinnovare quell’impegno: non solo ricordando chi ha lottato contro la dittatura, ma anche comprendendo che, oggi come allora, il rischio di regimi autoritari non è solo materia da archivio.

È nelle scelte quotidiane, nell’impegno civile, nella memoria attiva di eroi noti e ignoti, che si celebra davvero il 25 aprile. E ogni corsa lungo l’Aniene, ogni sguardo al ponte di ferro del Salario, può diventare un gesto di gratitudine e responsabilità verso la libertà conquistata.

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Piazza di Porta San Paolo