Gare Fidal e partecipazione degli atleti Eps una condizione ormai fuori dal tempo

Da gennaio a oggi, se un atleta tesserato per una società affiliata a un Ente di Promozione Sportiva, avesse voluto correre maratone, mezze maratone e gare su strada da 10k nazionali, organizzate sotto l’egida della Fidal, non avrebbe potuto farlo a meno di non sottoscrivere anche una RUN CARD per EPS.
La “RunCard EPS”, valida per partecipare a gare agonistiche di corsa su strada, campestre, montagna e trail; sottoscrivibile da italiani e stranieri già tesserati per una EPS (Ente di Promozione Sportiva), ad un costo di 15€ annui (comprensivo di assicurazione).

Questa è la regola imposta dalla FIDAL in Italia.

Qui entriamo nell’ottica della distinzione tra attività promozionale e attività agonistica.

La gestione dell’area agonistica, compresa l’organizzazione di competizioni ufficiali e la definizione dei criteri di premiazione, è di esclusiva competenza della FIDAL e non degli EPS.

Questa prerogativa deriva dalla necessità di mantenere standard elevati di competizione e di garantire un’equa valutazione delle prestazioni atletiche in conformità con regolamenti ben definiti e riconosciuti a livello nazionale e internazionale.

Un’attività viene considerata promozionale, spettante agli EPS, quando il suo scopo principale è quello di incoraggiare la partecipazione, diffondere la pratica sportiva e valorizzare l’impegno di tutti i partecipanti, indipendentemente dal livello di prestazione.

Al contrario, un’attività assume carattere agonistico quando l’obiettivo si sposta sull’eccellenza sportiva, sulla misurazione delle prestazioni e sulla competizione ai massimi livelli.

Ma alla luce dell’attività podistica dell’amatore che partecipa in qualità di atleta tesserato Fidal e lo fa per il puro piacere associativo, quale mission di ogni ASD, cosa se ne fa dell’eccellenza agonistica? Stesso discorso se lo decliniamo per un atleta affiliato a un EPS.

L’argomento che solleviamo è di notevole importanza e merita un’analisi attenta, considerando le implicazioni che ha sul panorama sportivo e sociale in Italia.
La decisione della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) di limitare la partecipazione alle gare di livello nazionale su strada esclusivamente agli atleti tesserati direttamente con essa o ai possessori di una “Run Card” specifica per gli Enti di Promozione Sportiva (EPS), solleva questioni significative relative all’accessibilità, all’inclusione sociale e alla democratizzazione dello sport.

Analisi Critica

Barriere all’entrata: l’introduzione di un requisito aggiuntivo, quale la Run Card, per gli atleti affiliati agli EPS rappresenta una barriera all’entrata non solo economica, a causa del costo aggiuntivo, ma anche burocratica. Ciò potrebbe disincentivare la partecipazione di atleti amatoriali o di coloro che trovano nel circuito degli EPS una maggiore affinità con i loro valori sportivi e sociali.

Impatto sull’inclusione sociale: lo sport è un potente strumento di inclusione sociale, capace di unire persone di diversa estrazione sociale, età e capacità. Limitazioni di questo tipo possono, quindi, avere l’effetto contrario, marginalizzando determinati gruppi di atleti e restringendo la diversità all’interno delle competizioni nazionali.

Questioni di equità e merito: dal punto di vista competitivo, il criterio di partecipazione basato sulla tessera federale o sulla Run Card potrebbe essere percepito come un filtro che non riflette necessariamente il merito sportivo. L’accesso alle competizioni dovrebbe essere il più possibile determinato dalle capacità e dalle prestazioni degli atleti, piuttosto che dalla loro affiliazione.

Galateo del running

Spunti Costruttivi

Riforma della politica di partecipazione: potrebbe essere utile per la FIDAL valutare l’introduzione di politiche più inclusive, che permettano una più ampia partecipazione degli atleti di tutti gli enti. Un dialogo aperto con gli EPS e le associazioni sportive potrebbe portare all’identificazione di soluzioni che garantiscano la sicurezza e l’equità delle competizioni, pur abbassando le barriere all’entrata.

Sostegno e valorizzazione del tessuto sportivo locale: una collaborazione più stretta tra FIDAL ed EPS potrebbe tradursi in iniziative congiunte volte a promuovere la pratica dell’atletica leggera a tutti i livelli, valorizzando il ruolo degli EPS nel tessuto sportivo locale e nazionale.

Incentivi per la partecipazione: la Federazione potrebbe esplorare la possibilità di offrire incentivi, sia economici che di altro tipo, per facilitare la partecipazione degli atleti EPS alle gare nazionali. Ciò potrebbe includere la riduzione o l’eliminazione del costo della Run Card per determinate categorie di atleti o per eventi specifici.

Campagne di sensibilizzazione: infine, una maggiore sensibilizzazione sul valore dell’inclusione e della diversità nello sport potrebbe contribuire a creare un ambiente più accogliente e stimolante per atleti di ogni provenienza.

La questione sollevata tocca aspetti fondamentali dello sport come diritto, veicolo di inclusione sociale e strumento di sviluppo personale.

Una riflessione approfondita e un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate sono essenziali per superare gli ostacoli esistenti e per promuovere un modello sportivo che sia veramente accessibile, equo e inclusivo.