Questa è la regola imposta dalla FIDAL in Italia.
Qui entriamo nell’ottica della distinzione tra attività promozionale e attività agonistica.
La gestione dell’area agonistica, compresa l’organizzazione di competizioni ufficiali e la definizione dei criteri di premiazione, è di esclusiva competenza della FIDAL e non degli EPS.
Questa prerogativa deriva dalla necessità di mantenere standard elevati di competizione e di garantire un’equa valutazione delle prestazioni atletiche in conformità con regolamenti ben definiti e riconosciuti a livello nazionale e internazionale.
Un’attività viene considerata promozionale, spettante agli EPS, quando il suo scopo principale è quello di incoraggiare la partecipazione, diffondere la pratica sportiva e valorizzare l’impegno di tutti i partecipanti, indipendentemente dal livello di prestazione.
Al contrario, un’attività assume carattere agonistico quando l’obiettivo si sposta sull’eccellenza sportiva, sulla misurazione delle prestazioni e sulla competizione ai massimi livelli.
Ma alla luce dell’attività podistica dell’amatore che partecipa in qualità di atleta tesserato Fidal e lo fa per il puro piacere associativo, quale mission di ogni ASD, cosa se ne fa dell’eccellenza agonistica? Stesso discorso se lo decliniamo per un atleta affiliato a un EPS.
Analisi Critica
Barriere all’entrata: l’introduzione di un requisito aggiuntivo, quale la Run Card, per gli atleti affiliati agli EPS rappresenta una barriera all’entrata non solo economica, a causa del costo aggiuntivo, ma anche burocratica. Ciò potrebbe disincentivare la partecipazione di atleti amatoriali o di coloro che trovano nel circuito degli EPS una maggiore affinità con i loro valori sportivi e sociali.
Impatto sull’inclusione sociale: lo sport è un potente strumento di inclusione sociale, capace di unire persone di diversa estrazione sociale, età e capacità. Limitazioni di questo tipo possono, quindi, avere l’effetto contrario, marginalizzando determinati gruppi di atleti e restringendo la diversità all’interno delle competizioni nazionali.
Questioni di equità e merito: dal punto di vista competitivo, il criterio di partecipazione basato sulla tessera federale o sulla Run Card potrebbe essere percepito come un filtro che non riflette necessariamente il merito sportivo. L’accesso alle competizioni dovrebbe essere il più possibile determinato dalle capacità e dalle prestazioni degli atleti, piuttosto che dalla loro affiliazione.
Spunti Costruttivi
Riforma della politica di partecipazione: potrebbe essere utile per la FIDAL valutare l’introduzione di politiche più inclusive, che permettano una più ampia partecipazione degli atleti di tutti gli enti. Un dialogo aperto con gli EPS e le associazioni sportive potrebbe portare all’identificazione di soluzioni che garantiscano la sicurezza e l’equità delle competizioni, pur abbassando le barriere all’entrata.
Sostegno e valorizzazione del tessuto sportivo locale: una collaborazione più stretta tra FIDAL ed EPS potrebbe tradursi in iniziative congiunte volte a promuovere la pratica dell’atletica leggera a tutti i livelli, valorizzando il ruolo degli EPS nel tessuto sportivo locale e nazionale.
Incentivi per la partecipazione: la Federazione potrebbe esplorare la possibilità di offrire incentivi, sia economici che di altro tipo, per facilitare la partecipazione degli atleti EPS alle gare nazionali. Ciò potrebbe includere la riduzione o l’eliminazione del costo della Run Card per determinate categorie di atleti o per eventi specifici.
Campagne di sensibilizzazione: infine, una maggiore sensibilizzazione sul valore dell’inclusione e della diversità nello sport potrebbe contribuire a creare un ambiente più accogliente e stimolante per atleti di ogni provenienza.
La questione sollevata tocca aspetti fondamentali dello sport come diritto, veicolo di inclusione sociale e strumento di sviluppo personale.
Una riflessione approfondita e un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate sono essenziali per superare gli ostacoli esistenti e per promuovere un modello sportivo che sia veramente accessibile, equo e inclusivo.