Capitolo 1: ordine e disciplina nella vita del runner

Questo perchè il cinema ha esplorato ed enfatizzato tutte le più recondite fessure dell’animo umano, trasformandole in sceneggiature visive che sono di diritto entrate nell’immaginario collettivo.

Da qui prendere l’incipit per adattarlo al nostro mondo è stata cosa facile.

Capitolo 1: ordine e disciplina.

Full Metal Jacket è il film che meglio rappresenta la disciplina militare, il sergente Maggiore Hartman è centrale in tutta l’opera di Stanley Kubric seppur presente solo nella prima metà del film.

Severità marziale che è rimasta impressa allo spettatore più del conflitto che avrebbero poi combatutto gli interpreti.

La disciplina sportiva spesso ci spiazza se non è vicina alle nostre corde emotive. Ascoltare gli altri durante le sedute di allenamento è una terapia a specchio. Lo faccio spesso e mi rivedo in fissazioni e manie che viste da fuori si fa fatica a comprendere.

Seguire la tabella degli allenamenti pedissequamente, come un regolamento da caserma è sempre necesario? Uscire a correre e non fermarsi neppure un secondo prima di quanto prevede la giornata è un dogma inespuganbile.

Non ce la fai a lasciarti andare, non sei a posto con la coscienza se il crono segna 48 minuti invece dei 50 che ti aspettavano. Fare il giro di scarico sotto casa di 9,98k mentre il coach ti aveva detto 10k.

Se alla fine dei lavori con le ripetute in pista avrai ottenuto una media al passo un secondo più lenta, rischi lo strazio emotivo in negative. Ma sei sicuro che stai vivendo l’impegno con la giusta mentalità?

A chi giova tutto questo? Ma più che altro, un atteggiamento così rigido, a noi gente comune, ai podisiti della vita sana ci farà sempre bene?

Se ti precludi anche il piacere della meritata fetta di crostata dopo il medio della domenica, solo perchè il nutrizionista dice che non sei calato di quel chilo di troppo… Ma tu lo sai che sei già in forma e stai bene con te stesso e che segui da sempre uno stile di vita sano.

Che privazione è? Suona più come un voler controllarti per sentirti vivo e non necessariamente magro, ma a questo punto non c’entra nulla l’alimentazione, forse…

Essere troppo rigidi a cosa porta? Tenere uno spazio vuoto dentro di noi senza farci più entrare le cose che ci colorano, ci fanno stare bene e saziano, porta a rimuovere la nostra personalità al fine di raggiungere un obbiettivo, a ridurre le interazioni con altri come noi ma fuori dal plotone.

Diventiamo tutti uguali, allineati e coperti fino all’ultimo secondo.

Marco Raffaelli