Federica Livi un volto nuovo sul podio

Federica Livi è uno dei volti nuovi sui podi delle gare romane e non solo. Domenica scorsa ha vinto la 27 km della Sorrento Positano.

Corre da poco più di due anni entrando in un mondo, quello del Running, che non conosceva ancora.

Ex nuotatrice a livello agonistico, seguiva le orme della sorella più grande che nuotava da tempo.

“Ho sempre amato la fatica, l’agonismo e il movimento. Sin da bambina ero iperattiva e i miei genitori utilizzavano l’attività fisica soprattutto per placarmi ed avere un po di respiro. “

A vent’anni decide di lasciare il nuoto, perchè si annoiava e soprattutto vedeva che forse non era lo sport adatto a lei, con un fisico molto esile manca qualcosa per poter riuscire.

Decide così di iniziare a studiare seriamente per laurearsi, possibilmente il prima possibile e con il massimo dei voti.

“Ma non potevo rinunciare allo sport, quindi la mattina all’alba prima dell’università andavo in palestra e mi concedevo dei faticosi allenamenti di bici o di corsa ma solamente sul tapis roulant,soprattutto perché erano attività che mi permettevano di allenarmi ma non impiegando molto tempo come le due/tre ore che passavo in piscina. Fu proprio in palestra che conobbi il mio coach, che vide in me qualcosa che secondo lui poteva avvicinarmi al mondo del podismo, io entusiasta decisi di iniziare. Lo sport agonistico mi mancava. “

Il tuo lavoro ti permette di allenarti sempre o anche tu sei una da salti mortali per chiudere un allenamento in giornata?

Purtroppo lavoro molto lontano rispetto a dove abito e ho degli orari particolari, faccio piuttosto tardi la sera prima di rientrare e per potermi allenare con il mio coach mi sveglio all’alba. Già poco dopo le sei del mattino sono operativa per il mio allenamento quotidiano. Ma sono sempre stata mattiniera e tutto questo non mi pesa, anzi mi fa iniziare la giornata con un altro spirito ed energia, mi mancherebbe se non potessi farlo.

Tu corri per i colori della Podistica Solidarietà, una delle squadre più amate, che rapporto hai con la sua mission e se ti senti parte di un gruppo così bello.

Adoro la mia società, la loro organizzazione e il loro spirito di squadra. La corsa è si’ uno sport individuale ma se affrontato in questa maniera e soprattutto per fini solidali.

Mi riempie ancora di più e soprattutto ci fa capire che le gare non si partecipano solo se si è in forma e si puo’ fare una bella prestazione, ma anche per permettere alla propria squadra di poter vincere un premio che sicuramente sarà molto utile a chi non può vivere in circostanze favorevoli.

Federcia prima al tragiardo della Panoramica da 27 km a Sorrento

Con i tuoi tempi puoi davvero salire sul podio delle podiste romane, un cambio generazionale fisilogico, che rapporto hai con le altre atlete come te?

Sono molto timida e soprattutto non do mai nulla per scontato, ho attraversato dei duri momenti di sofferenza che non mi hanno permesso di correre, allenarmi e gareggiare.

Ho avuto dei problemi di salute dovuti ad una carenza di calcio proveniente da un malassorbimento del mio organismo. Ho dovuto fare ricerche e capirne la causa per poi curarla.

Anche i medici erano titubanti nel proseguimento della mia attività. Le mie ossa erano troppo fragili per supportare degli allenamenti di corsa. Ero sempre in preda ad infortuni e a fratture inspiegate, prima di scoprirne la causa. Ma c’ho creduto, ho sperato di poter guarire, mi sono curata e ne sono uscita fuori.

Per questo continuo a sentirmi fortunata e a non dare nulla per scontato, correre per me non lo è. Ne tanto meno vincere o competere con delle atlete di gran valore, tutto va guadagnato, voluto e desiderato.

Provo grande stima per le mie avversarie e compagne di squadra, sono sempre stata accolta nel migliore dei modi essendo la “piccola new entry” del gruppo.

Ti sei cimentata sui 10k e 21k e gare poco più lunghe come la 27k di Sorrento, equest’anno la tua prima maratona è andata bene alla fine…

In realta’ mi sono sempre sentita portata per la maratona, mi piacciono molto le lunghe distanze e soprattutto il mio fisico e la mia accentuata bradicardia mi hanno portato ad immaginarmi maratoneta. Purtroppo i miei continui infortuni non mi hanno mai permesso di dare continuità agli allenamenti e prepararla.

Lo scorso anno ad una settimana dalla maratona di Ravenna mi sono fratturata il metatarso e quindi ho fatto da spettatrice alla gara supportando il mio coach. Quest’anno volevo la mia rivincita morale, ad agosto ho scoperto e curato i miei problemi di salute e mi sono decisa insieme al mio coach Luca Pretolani di ripreparare una maratona, di nuovo la Maratona di Ravenna. Luca è stato fondamentale, ha sempre creduto nella mia ripresa anche quando tutti mi dicevano che non sarei mai stata in grado di poter correre, mi ha dato una gran forza nel continuare a cercare le cause dei miei infortuni.

Come è cambiata la preparazione?

Andava come volevamo, mi sentivo bene e abbiamo deciso di partecipare alla Maratona di Pescara come allenamento, facendo a ritmo gara solo 36 km per poi terminarla a ritmo blando, solo per darmi la certezza di essere in grado di poter correre 42 km senza incorrere in infortuni.

Cosi è stato, anzi lo stupore è stato inimmaginabile, come le mie lacrime di gioia, non solo avevo terminato la Maratona e stavo bene ma avevo fatto anche un tempo che mai e poi mai immaginavo di poter fare 3 ore e 4 minuti, in più vincendo la mia prima Maratona.

Poi finalmente ecco Ravenna…

Ero emozionata, poter essere li ed essere “sana” per me era già una vittoria, volevo vivermela ed emozionarmi, finalmente ero riuscita a dare continuità agli allenamenti. Il mio coach mi dava un enorme fiducia, io meno, lui pensava potessi chiuderla sotto le 3 ore, ma per me era un ‘assurdità. Ho deciso di seguire il mio angelo custode Giuseppe Minici, che era pacer della 3 ore, mi ha dato un grande supporto e soprattutto morale incoraggiandomi in continuazione. Al trentacinquesimo chilometro ho deciso di staccarmi e fare il mio ritmo, mi sentivo bene e le gambe giravano da sole. 2 ore 58 minuti di incredulità. Ero felice tutta la mia sofferenza per quegli infortuni è stata ripagata da quell’emozione!

Federica e Luca il suo coach

Che rapporto c’è tra te e il Luca Pretolani il tuo coach?

E’ stato proprio lui a trasmettermi la passione per la corsa. Ho sempre amato lo sport e in ogni cosa che adoro fare ci metto il cuore e cerco di farla al meglio delle mie possibilità. L’ho conosciuto in palestra e mi ha subito fermato dicendomi che vedeva in me delle buone doti di resistenza e che secondo lui stavo perdendo tempo su quel tapis roulant. Solitamente ho un carattere molto chiuso e sono timida ma non so perché decisi di seguirlo.

Quali sono i tuoi luoghi della corsa a roma?

Con Luca iniziammo ad allenarci insieme all’alba , precisamente a Tor Vergata, vicino casa di entrambi, che diventerà poi il mio nido, luogo di ripetute, collinari ecc. Da quel luglio del 2017 la corsa mi è entrata nel cuore.

Amo lo sport e quello che può trasmettere infatti nella vita lavoro in un centro di fitness metabolico a più di 30 km dalla mia abitazione, seguo i miei clienti allenandoli e stimolandoli a seguire una corretta alimentazione, cercando nel mio piccolo di trasmettergli l’importanza di uno stile di vita sano. Le loro vittorie sono le mie, vederli felici del loro dimagrimento o di essere riusciti ad affrontare un duro allenamento, mi riempie il cuore di gioia, che mi ripaga dei sacrifici dovuti alla lontananza dal luogo di lavoro.

Grazie Federica, continua così che sei forte e vederti correre è un piacere.

 

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso