Edwin Corley Moses è stato una divinità dell’atletica mondiale. Grazie a una laurea in fisica e una in ingegneria, la sua visione scientifica del gesto e la capacità di danzare mentre correva erano dovute al superamento dell’ostacolo sempre con la stessa gamba, così da ridurre il consumo di energie e arrivare meno stanco degli avversari.
Campione olimpico dei 400 metri ostacoli a Montréal 1976 e Los Angeles 1984, nonché campione mondiale a Helsinki 1983 e Roma 1987. Tra il 1977 e il 1987, Moses ha vinto 107 finali consecutive (122 gare consecutive). Ha stabilito il record mondiale della sua specialità quattro volte, ed è considerato all’unanimità il più grande di sempre nei 400 m ostacoli.
La specialità vuole che il primo ostacolo sia posto a 45 m di distanza dalla linea di partenza, i successivi nove sono a 35 m l’uno dall’altro, con un’altezza di 0,914 m per gli uomini. In media tutti gli atleti correvano in 14 o addirittura 15 passi tra un ostacolo e l’altro; le gambe di Moses, che è alto 188 cm, gli consentivano di correre in 13 passi. Un vero Dio dell’atletica.
I numeri della carriera di Moses sono incredibili. Tra il 1977 e il 1987 migliora ben 3 volte il suo record del mondo e la sua imbattibilità dura 9 anni, 9 mesi e 9 giorni, quando, il 4 giugno 1987, viene sconfitto a Madrid dal connazionale Danny Harris.
Uomo di scienza e di sport ha partecipato allo sviluppo di diverse politiche anti-doping e ha lavorato all’istituzione di un programma che consentisse agli atleti di allenarsi ricevendo denaro senza perdere la qualifica di dilettante.
Il record del mondo maschile dei 400 m ostacoli da battere a Tokyo 2020 è quello di Kevin Young con il tempo di 46″78 stabilito il 6 agosto 1992 a Barcellona.
Tokyo 2020