Spesso ai runner si dice che sembrano più giovani della loro età anagrafica e, nonostante tutto, forse è anche vero. Dietro a quei visi radiosi e a quegli occhi brillanti che sfidano lunghe distanze e il cronometro, però, potrebbero parlare le ossa e la loro usura.
Per un runner l’età è molto più di un semplice numero: è una sfida, un superare con forza ogni limite, un motivo di orgoglio, ma anche un richiamo alla prudenza ( la prudenza a volte non dipende dall’età ma dal soggettivo buon senso).
Marco, 50 anni, corre da più di vent’anni. Sulle piste e per le strade di tutto il mondo si è misurato con atleti di ogni età, ritrovandosi spesso a confrontare le proprie prestazioni con quelle di runner più giovani.
“La corsa è una parte essenziale di chi sono”, spiega Marco, “ma non posso negare che, dopo tutti questi anni, sento i segni del tempo, soprattutto nelle ginocchia e nei fianchi.”
La corsa, infatti, non è solo un esercizio fisico, è anche una scuola di ascolto del proprio corpo. Con il passare degli anni ogni runner impara a riconoscere i segnali che il corpo invia, imparando così a bilanciare intensità e riposo. Questo delicato equilibrio tra prestazione e salute è fondamentale per mantenere un rapporto duraturo con la corsa stessa.
Gli studi dimostrano che correre regolarmente può effettivamente contribuire a mantenere una giovane età biologica. La ricerca pubblicata nel “Journal of Aging Research” ha rivelato che gli “anziani” che corrono regolarmente tendono ad avere una migliore capacità aerobica, una minore incidenza di malattie croniche e una struttura muscolare più conservata rispetto ai loro coetanei sedentari.
Ma c’è un rovescio della medaglia: l’usura delle articolazioni, soprattutto quelle delle gambe.
La gestione del rischio di infortuni è quindi un altro aspetto cruciale nella vita di un runner. Il recupero adeguato, una dieta equilibrata, la scelta delle scarpe giuste e il rispetto dei limiti personali sono tutti fattori che giocano un ruolo chiave. Come spiega Marta, fisioterapista specializzata nello sport: “Il corpo di un atleta è come un’auto d’alta gamma: performante, ma necessita di manutenzioni regolari e attenzioni specifiche.”
Allo stesso tempo, è importante non sottovalutare l’importanza di un adeguato supporto mentale ed emotivo. La corsa può agire come un potente antidepressivo naturale. Il rilascio di endorfine, spesso chiamate “ormoni della felicità”( detta anche euforia del runner), durante la corsa, aiuta a migliorare l’umore e a ridurre lo stress. Produce un effetto analgesico, felicità improvvisa, benessere generale… Giusto?
Questi benefici mentali sono tanto importanti quanto quelli fisici, contribuendo a una sensazione generale di giovinezza e vitalità.
Non si può parlare di corsa e età senza menzionare l’aspetto mentale ed emotivo. Potremmo definirla anche “meditazione in movimento”, un modo per allontanarsi dalle preoccupazioni quotidiane per trovare un ritmo interiore che riequilibra tutto.
“Quando corro, non penso a quanti anni ho, ma a come mi sento soprattutto dopo”, afferma Lucia, 52 anni maratoneta e ultramaratoneta. “Mi sento libera, forte, e questa sensazione, per me, non ha età.”
Essere un runner significa spesso sfidare le convenzioni legate al passare inesorabile del tempo. Quello che possiamo dire è che fondamentalmente l’energia vitale che si rinnova con ogni corsa mantiene lo spirito sempre giovane. E tu, quanti anni ti senti quando corri? Forse la risposta a questa domanda non è nei numeri, ma in quel senso di libertà e potenza che solo la corsa sa dare.