Questo è la storia atletica di uno dei migliori amatori del panorama podistico romano.
Domenico Liberatore, classe 1982, abruzzese di origine. Vive nella capitale dal 2001 dove ha conseguito una Laurea in giurisprudenza e vi esercita la professione di avvocato dal 2009.
Ha due bellissimi bambini Oscar ed Enea ed una compagna con cui condivide ogni gioia e fatica e non solo in strada. Vanta personali di alto livello 2h29’27” alla Maratona di Berlino nel 2016, 1h09’57” alla Roma Ostia del 2022.
Domenico quando hai iniziato a correre?
Ho iniziato nei primi mesi del 2012, come il tipico amatore della domenica per combattere la pericolosa sedentarietà quotidiana e come modo divertente per esplorare i numerosi parchi e le bellezze che la capitale offre. Così ho scoperto il parco della Caffarella, dove quotidianamente mi alleno.
Che sport praticavi prima di correre?
Non ho un passato sportivo. Sono sempre stato abbastanza sedentario. Al massimo qualche partita a calcetto con gli amici.
Quando hai indossato il primo pettorale?
Il primo contatto con il podismo organizzato l’ho avuto con la Stracittadina Roma Fun nel marzo 2012, corsa non competitiva di 5 km che affianca la Maratona di Roma. Corsi la 5 km impiegando circa 25 minuti, ma la grande confusione della corsa (enorme partecipazione di camminatori) non mi fece apprezzare al massimo quella prestazione.
E poi quando è arrivata la prima gara?
La prima vera gara competitiva l’ho corsa il 3.06.2012 ed è stata “Corriamo per la legalità”, una 10k dove, a parte il gran caldo e la smisurata fatica, ricordo un simpatico aneddoto. Basandomi sugli allenamenti al parco, dissi, con aria abbastanza spavalda, alla mia compagna che mi aspettava all’arrivo, che avrei impiegato circa 40/42 min. Tagliai il traguardo in 37 min. e 52 sec.. Ero incredulo! Qualche ora dopo mi chiamarono alcuni atleti della mia associazione sportiva, riferendomi che addirittura avevo vinto un premio di categoria e che mi ero dimenticato di ritirarlo; io, ignaro degli accadimenti, li ringraziai. Da allora il sano mondo del podismo amatoriale mi ha letteralmente inghiottito.
Hai un allenatore o fai tutto da solo?
Sono un auto-didatta e mi alleno 7 giorni su 7 e quasi sempre da solo, prevalentemente all’alba e con qualsiasi condizione metereologica. Vado spesso in montagna nel mio paese di origine in Abruzzo, Castiglione Messer Marino (Ch) a 1.081 mt s.l.m., e non mi è mai capitato, neanche lì, di dover rinunciare a qualche allenamento per le condizioni meteo sfavorevoli. Talvolta invece è successo che, in quelle occasioni, mi scambiassero per un pazzo evaso da qualche manicomio.
Come è suddiviso il lavoro nella settimana?
Eseguo una seduta di qualità mediamente ogni 3 giorni, ripetute brevi o medie e salite. Il cd. allenamento medio invece, che preferisco correre con ritmo variato, lo svolgo nei periodi di preparazione mezza e maratona. Il riposo è raro, solo quando è davvero indispensabile. Riflettendoci sono devoto al rituale stop del venerdì pre-maratona. Per il resto una corsa lenta è più che sufficiente. Insomma recupero attivo.
Perché non hai un allenatore?
Ho sempre preferito non farmi seguire da nessuno per non incrinare il rapporto armonico che ho con la corsa e per evitare di renderlo ossessivo. Sia chiaro, non sto asserendo che le due cose siano incompatibili, ma personalmente ritengo che la massima libertà e la giusta importanza da dare alla corsa, per chi come me non è un professionista, siano la cosa migliore. Adoro comunque confrontarmi con gli addetti ai lavori, soprattutto con gli atleti più forti, sui vari metodi di allenamento, non solo per curiosità ma anche per apprendere qualche utile consiglio.
Nel panorama podistico romano sei presente in molte gare…
Gareggio moltissimo e su tutte le distanze, ci sono quasi sempre nelle sfide domenicali capitoline e non mi piace piazzarmi sulla “start-line” solo quando sono al top della forma…sarebbe come non doversi allenare se non si stesse in condizioni ottimali. Questo perché la gara per me è fondamentale non solo per mantenere sempre alto il livello di motivazione, ma anche per ottimizzare gli allenamenti, e perché no, per essere trasformata, alternativamente ad una seduta in solitaria, in un ottimo allenamento qualitativo in compagnia. Affronto l’”agone” in modo molto rilassato e sempre con il massimo impegno. Prova ne è che nelle oltre 200 gare che ho corso sin d’ora non mi sono mai ritirato. L’adrenalina da gara è diventata ormai una componente nutrizionale basilare della mia dieta sportiva per cui, confesso che, se per 3 settimane non competo vado in crisi di astinenza.
Sei un atleta della Podistica Solidarietà, una delle squadre più belle di Roma in termini di partecipazione e impegno sociale.
Ho sempre e solamente indossato la casacca orange (i colori della Podistica Solidarietà ndr).
Ritengo davvero straordinario poter contribuire nel mio piccolo, mediante la semplice pratica sportiva, ad aiutare le persone più bisognose e meno fortunate. Ciò avviene attraverso la devoluzione in beneficenza dei premi societari. Non solo corsa, questo è la Podistica Solidarietà.
Il rapporto con la squadra è magnifico, il Presidente Pino Coccia e tutti i compagni di squadra, mi supportano costantemente, incitandomi rumorosamente nelle gare, dimostrandomi in qualsiasi occasione davvero tanta stima. Pertanto, non posso esimermi dal manifestare a tutta la famiglia Orange la massima gratitudine recapitandole un caloroso saluto.
Come gira la vita quotidiana in famiglia tra lavoro e allenamenti?
La vera grande sfida, è riuscire a conciliare l’attività sportiva con gli impegni di lavoro e con le esigenze familiari anche perché, nel bel mezzo della “carriera podistica”, il numero dei potenziali runners in famiglia, è repentinamente raddoppiato: nell’agosto 2016 nasce Oscar, nell’aprile 2018 Enea. Anzitutto, cerco di ottimizzare al massimo i tempi, concentrando gli allenamenti all’alba quando tutto tace, riducendo all’estremo le dispersioni e sfruttando la corsa come mezzo di trasporto, ad esempio nel condurre i miei figli al nido con il passeggino da corsa.
Anche il tuo lavoro ti aiuta a gestire il tempo nella tua giornata?
Sono un avvocato e la professione mi consente talvolta, seppur raramente, di aggirare gli schemi rigidi ed ortodossi dell’allenamento mattutino, così da convergere le forze in una seduta pomeridiana o crepuscolare.
Ma il vero ingrediente chiave, non diversamente da quanto accade nelle famiglie di tutti corridori reo convinti, è senza dubbio il sommo ed invidiabile (anche dai più esperti) livello di sopportazione (si badi, non di supporto) della mia compagna Mariangela, anch’essa, non di rado, calpestatrice mattutina dei sanpietrini romani.
I tuoi risultati sono davvero eccezionali, hai confezionato tempi orbitanti intorno alle 2 ore e 30’, best time a Berlino nel 2016 ma non solo.
Si, nel 2015 mi piazzo terzo italiano alla Maratona di Roma per un secondo davanti a Giorgio Calcaterra pur giungendo all’arrivo 5 secondi dopo di lui; ma il real time non conta….ufficialmente risulterò quarto. Alla Maratona di Berlino nel 2016 risulterò primo italiano.
C’è da dire che la corsa è davvero una quotidiana compagnia e non ti saranno mancati dei momenti insoliti…
Mi diletto nel sfruttare la corsa come mezzo di trasporto, soprattutto in vacanza per gli spostamenti. Ricordo che a Santorini, qualche anno fa, perdendo la bussola negli spostamenti tra le varie città la mia compagna mi maledì per averla fatta correre circa 24 km al caldo e senza acqua. Non sapevo che lì non esistevano fontane.
Un altro simpatico aneddoto: la notte della nascita di Oscar, nell’agosto 2016, proprio durante il parto, tanto per raddoppiare le sofferenze della mia compagna, mi sono ritrovato a parlare di maratone con il ginecologo, anche lui un appassionato runner romano, che, nel darci la (poco felice) notizia di dover eseguire un cesareo, mi aveva riconosciuto all’orologio da corsa che indossavo.
Elio, persona davvero eccezionale e compagno non occasionale di allenamenti, ha poi curato anche, oltre alla gravidanza, la nascita di Enea, il giorno in cui svolgeva l’Appia Run 2018, dopo aver corso la gara. Io, per ovvie ragioni, nonostante il pettorale al seguito, quella domenica ho preferito riposare.