Corriamo al Tiburtino, la corsa che anima la periferia

Foto Gianni Marchese per Foto4go

Alla partenza della Corriamo al Tiburtino, l’aria era fresca, ma non gelida. Si respirava ancora quell’atmosfera accogliente che ha caratterizzato le edizioni passate.

Sono ben ventidue le volte in cui abbiamo corso nel quartiere di Tiburtino Terzo, un’area urbana del IV Municipio di Roma Capitale, ex borgata conosciuta anche come Santa Maria del Soccorso.

La domenica mattina, l’impegno degli organizzatori era palpabile. Samuele Di Giammartino sistemava con cura le ultime transenne nella zona d’arrivo, mentre Tommaso Colapietro, con grande disponibilità, accoglieva amorevolmente i runner al ritiro del pettorale.

La Corriamo al Tiburtino è sempre stata una gara importante, una sorta di test per molti: i maratoneti che si preparano per la Maratona di Firenze trovano qui l’occasione per mettere alla prova le gambe, in vista della domenica successiva.

E poi ci sono coloro che cercano un confronto su un percorso piatto e veloce. “Dove vai a correre?”, mi hanno chiesto in molti, specialmente chi si è affacciato da poco al mondo del podismo romano. E come spesso si dice:

“A Roma sei un vero runner solo se spremi cuore, anima e gambe tra le strade del Tiburtino.”

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Foto Gianni Marchese per Fotoforgo

Purtroppo, molti dei grandi gruppi podistici non l’hanno inserita in calendario, incluso il mio. Un vero peccato, perché esserci significava molto. Lo sport popolare ci insegna che correre in periferia non è solo una questione di allenamento.

Correre al Tiburtino Terzo non è solo una gara o un’occasione per rivedere vecchi amici. È un momento per vivere, anche solo per una mattina, la realtà della periferia, simbolo di tante altre periferie italiane. Il Tiburtino Terzo è un quartiere complesso, ma mai privo di umanità. Tommaso Colapietro e Samuele Di Giammartino, dell’ASD Cat Sport, lo sanno bene: da oltre 20 anni organizzano un evento che richiama tanti podisti, pronti a confrontarsi con un percorso veloce e diverso dal solito.

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Non dimentichiamo che il nostro sport dà vita a strade che, altrimenti, resterebbero spesso ignorate. Mentre correvo gli ultimi metri su viale Mozart, riflettevo su quanto sia curiosa la vita: a Roma ci sono strade centrali dedicate a persone sconosciute, mentre il più grande compositore della storia ha una via intitolata in una zona periferica e quasi anonima. E, da ottimista quale sono, mi piace immaginare un ragazzo del Tiburtino chiedersi chi fosse Mozart, magari decidendo di iniziare a studiare musica.

Correre tra le vie storiche di Roma è sicuramente emozionante, ma c’è una bellezza altrettanto forte nel percorrere via della Vanga o via dell’Erpice, le stesse strade su cui scorrono i passi degli amatori durante la “Corriamo al Tiburtino”.

Il murale raffigurante Anna Magnani in un palazzo in via della Vanga

La qualità della vita in una città si misura anche attraverso la partecipazione. Ogni domenica, noi runner diamo vita a quartieri, paesi e città che, altrimenti, resterebbero animati solo dal traffico e dalle piccole lotte quotidiane. In tutti questi anni, il quartiere non si è mai allontanato dalla gara. Al contrario, ha sempre rispettato e sostenuto chi porta una mattinata di sport tra le sue strade.

Roma è una città aperta, capace di accogliere e raccontare storie di integrazione e di piccole, grandi vittorie. Non resta che andare a correre anche al Tiburtino Terzo.

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Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso