Correre al fianco di una persona con il coraggio di parlare

Ogni sabato mattina, migliaia di persone si alzano dai divani per correre 5 km nel parco sottocasa. Come me, tanti altri sono lì per camminare, correre e per parlare dei propri sentimenti più profondi.

Inizia così l’articolo di Chloë Hamilton, insegnante inglese e giornalista free lance apparso sul Guardian.

Lo scenario è quello dei Parkrun inglesi, fenomeno mondiale che muove intere aree urbane e non solo.

PARKRUN e il sabato si chiama parkrundì!

Fin da piccola ho avuto le migliori conversazioni con mia madre durante le passeggiate. Forse è la freschezza dell’aria, forse è che una conversazione condotta fianco a fianco può essere meno intimidatoria e più fruttuosa di una condotta guardandosi goffamente a vicenda. – Continua a raccontare Chloë.

Come darle torto, chi di voi non si è mai ritrovato nella stessa situazione: un amico, un’amica con cui girare per la città, correndo e chiacchierando del più e del meno.

Ma ci sono state delle volte in cui la corsa era solo la scusa per aprire un dialogo diverso, personale, intimo e senza freni.

Perché la fatica diventa mezzo per entrare nelle pieghe delle emozioni, dalle lacrime sul traguardo di una maratona allo struggimento in pista dopo 12 ripetute da mille.

Quando corriamo al fianco di un amico ci sentiamo tutti uguali, non c’è il confronto degli occhi, riusciamo ad essere sinceri e cordiali come in nessun’altra situazione.

Correre ci offre l’opportunità di sperimentare un senso di spensieratezza unico, dove i nostri passi leggeri battono il ritmo di una conversazione con noi stessi e con il mondo che ci circonda.

Nei momenti di fatica (che sia in allenamento o durante una gara) e di respiro affannoso, riusciamo a fare, anche con chi ci corre accanto, dei discorsi molto leggeri, come se le parole stesse fossero sollevate dal peso della gravità.

La spensieratezza che accompagna la nostra corsa ci permette di esplorare il nostro intimo, di aprirci alla creatività di farci prendere spesso delle decisioni che mai avremmo preso e di esprimere pensieri che altrimenti rimarrebbero sepolti nel profondo del nostro essere.

A volte si trova il coraggio di dirsi cose che mai ci saremmo sognati di dire, non vi è mai successo?

E’ come se le parole, correndo, prendessero vita, danzando nell’aria mentre i nostri piedi toccano leggeri il terreno.

La corsa, secondo me, ha il potere di portarci lontano con le parole, fateci caso, molto più lontano di quanto potrebbe portarci normalmente. Quando ci muoviamo con il vento che ci accarezza il viso e il paesaggio scorre dietro di noi, i confini della nostra mente si allargano.

Le idee fluiscono liberamente e le riflessioni si intrecciano come i rami di un albero secolare.

Trovo che sia un momento di meditazione profondamente dinamica dove i nostri pensieri scivolano leggeri come i nostri passi lungo la strada.

Parole e pensieri condivisi in corsa, cosa c’è di più bello?

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso