Catherine Bertone una mente aperta al mondo e determinata sulla strada

Catherine Bertone è una campionessa che ha scoperto di esserlo strada facendo. E di strada Catherine ne ha percorsa tanta.

Prima con la famiglia che andava dove papà Bertone si doveva trasferire per lavoro, cambiando tanti paesi, poi in età adulta per lo sport che più di qualsiasi altra passione l’ha fatta correre come poche donne in Italia.

Una laurea in medicina, un’attitudine particolare ai carichi di lavoro ma soprattutto una mente che l’ha portata a correre una maratona olimpica a Rio de Janeiro.

Parlare con lei è come aprire uno scrigno fatto di consigli preziosi, necessari per riuscire a fare tutto. Correre, lavorare in un reparto pediatrico dell’Ospedale ad Aosta e non perdere la centralità di una famiglia che la sostiene e che lei segue sempre.

Durante l’intervista della puntata di domenica di Storie di Runner 451 sembrava di essere collegati nella bottega di un artigiana.

L’officina della fatica ci piace pensarla, e Catherine ha raccontato dei suoi inizi e di come ha acquisito la consapevolezza di ciò che poteva fare grazie alle sue gambe, alla sua testa. A un’attitudine particolare ad affrontare la fatica che l’ho portata ad essere una della maratonete più forti in Italia.

Un piccolo mondo antico il suo, che ha sfidato i nomi altisonanti della maratona Olimpionica, grazie alla sua capacità adattativa alle sfide della vita non si spaventa a stare sulla linea di partenza della massima competizione a cui puoi arrivare.

Catherine si fa capire bene e nella stessa misura comprende il mondo circostante grazie all’italiano al francese all’inglese e portoghese parlati correttamente.

Di lei Gianni Poli ha detto: «non è una professionista, non è atleta di un corpo sportivo militare, fa un lavoro pesante ed è mamma. Una bella immagine per l’atletica italiana»

Una carriera incredibile, nell’agosto del 2014 giunse è nona ai campionati mondiali di corsa in montagna in Colorado, prima italiana al traguardo e vincendo la medaglia d’argento a squadre.

Nel luglio 2015 vince la medaglia di bronzo ai mondiali di corsa in montagna a Zermatt, vincendo di nuovo la medaglia d’argento a squadre. Nel novembre del 2015 vince il campionato italiano di maratona a Ravenna con il tempo di 2 ore 39 minuti e 19 secondi.

D’ora in poi sui dedica alla maratona ma sempre a livello amatoriale, fino al 2011 quando corre a Berlino in 2:36:00, migliorandosi continuamente fino ai 2:30:19 a Rotterdam nel 2016: in questa corsa arriva al quarto posto, superata solo da tre atlete africane, stabilendo il nuovo record personale, secondo miglior tempo nella classifica italiana tra quelli delle ultime due annate, qualificandosi quindi per le olimpiadi del 2016.

Incredibile solo a pensarci.

Nel 2016 è inoltre la migliore delle italiane alla Stramilano, quinta tra le donne in 1 ora, 14 minuti e 18 secondi.

Il 24 settembre 2017 all’età di 45 anni a Berlino stabilisce il suo personale di maratona in 2h28’34”, il nuovo record del mondo master 45 di specialità.

Nell’estate del 2016 ha partecipato prima ai campionati europei di atletica leggera ad Amsterdam correndo la mezza maratona in 1h15’06”, giungendo al 38º e vincendo l’argento a squadre; dopo alla maratona del Giochi olimpici di Rio de Janeiro, giungendo al 25º posto.

La vedremo alla maratona di Francoforte il 29 ottobre 2023, per cui ci ha detto che il 15 luglio inizierà la preparazione specifica, proprio quel giorno, in una visione del lavoro che sta tutto nella programmazione. Questo è il segreto dell’eterna volgia di correre  strabiliare parametri e pareri giornalistici,

Brava Catherine.

Catherine Bertone sulle sue montagne (foto – Podisti.net)
Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso