Nel cuore della Giordania, tra le sabbie rosse e le rocce millenarie del Wadi Rum, si corre una delle maratone più suggestive del mondo.
Non è solo una gara: è un’esperienza sensoriale, un viaggio interiore, un tributo alla bellezza del deserto.
La Wadi Rum Desert Marathon — che propone anche distanze da 42, 21, 10 e 5 km — è una celebrazione della corsa come strumento di connessione con sé stessi e con la natura.
Prepararsi per il deserto: cosa indossare, cosa portare
Chi ha già corso lo sa: qui non si tratta solo di allenamento. Il clima, il terreno e l’atmosfera richiedono accorgimenti precisi. La temperatura al via sfiora i 30 gradi, anche se si parte nel tardo pomeriggio, e il caldo del giorno si smorza lentamente con l’arrivo della notte.
Maglietta tecnica a maniche corte: leggera e traspirante, è la scelta ideale per affrontare il clima secco senza appesantirsi.
Pantaloncini o leggings leggeri: meglio optare per la libertà di movimento. Il caldo non lascia spazio a troppe alternative.
Lampada frontale: sì, correrete sotto la luna piena, ma alcuni tratti diventano improvvisamente bui e la visibilità può calare drasticamente. Avere una luce propria diventa essenziale.
Camel bag? Solo se leggero: lungo i 21 km ci sono numerosi punti ristoro, quindi non serve portare litri d’acqua. Tuttavia, uno zainetto può tornare utile per una maglietta di ricambio, un antivento o un gel energetico.
Calzettoni da calcio: un consiglio curioso, ma efficace. La sabbia è fine e può facilmente entrare nelle scarpe. Le ghette o calze lunghe aiutano a proteggersi.
Scarpe: meglio correre con scarpe già testate, magari le stesse che userete per visitare i luoghi più belli nei giorni successivi. Così risparmiate spazio e aumentate la sicurezza.
Insetti? Nessun problema. Dromedari? Sicuro. Non serve portare spray antizanzare. L’unica “fauna” che potreste incontrare sarà fatta di dromedari — spettatori silenziosi e perfettamente integrati nel paesaggio.
Oltre la corsa: lo spirito del Wadi Rum
Quello che rende unica questa maratona non sono i cronometri, le medaglie o la classifica. È lo spirito che la anima: qui si corre per il piacere, non per la performance. L’atmosfera è rilassata, accogliente, quasi meditativa. Nessuna pressione da gara, solo la gioia di muoversi tra dune, canyon e silenzi profondi.
Molti dei partecipanti non sono atleti professionisti, ma viaggiatori con una passione per la corsa e il desiderio di vivere qualcosa di diverso. Correre nel Wadi Rum significa mettere in pausa il tempo, smettere di guardare il GPS e iniziare ad ascoltare il battito del proprio cuore, il rumore dei passi sulla sabbia, il vento tra le rocce.
Il messaggio che resta
Alla fine, ciò che si porterà a casa da questa esperienza non è solo una t-shirt sudata o qualche foto spettacolare. È un insegnamento: che il tempo più prezioso è quello che ci dedichiamo. Che la fatica può diventare gioia. Che anche in mezzo al deserto, possiamo sentirci perfettamente a casa, pure con la maglietta sbagliata.