“Sono qua a casa a guardare le Olimpiadi, e mi sono reso conto che forse nella mia vita è nella carriera da atleta sono stato troppo sopravvalutato.
Gli atleti forti stanno alle olimpiadi. Gli atleti forti partecipano e o prendono le medaglie alle olimpiadi, io al massimo ho fatto solo due partecipazioni una a 19 anni e un altra che è meglio non parlarne.
Dopo tanti sacrifici mi ritrovo a fine carriera con un pugno di mosche in mano (colpa mia). Però, se questo mio esser stato sopravvalutato abbia portato anche a una persona ad avvicinarsi allo sport, io sono contento””
Questo messaggio scritto sulle sue pagine social da Howe è arrivato come un pugno dritto al cuore.
Proprio poco tempo fa aveva annunciato il forfait ai campionati italiani e, conseguentemente, quello alle Olimpiadi.
Lui che, avrebbe voluto chiudere in grande a Tokyo, ma non è riuscito a staccare il biglietto per i guai fisici che lo affliggono da anni.
Forse arriva un momento nella vita di ogni atleta in cui fare delle scelte non è semplice come guardarsi allo specchio.
Ma voi lo sapete chi è Andrew Howe?
E’ un lunghista velocista italiano di origine statunitense arrivato in Italia a soli 18 mesi. Figlio di un ex calciatore di origini tedesche e di una ostacolista afroamericana ( Renèe Felton per molto tempo sua allenatrice)
Detiene il record italiano sia outdoor che indoor del salto in lungo, la sua specialità, che lo ha reso campione a livello europeo a Göteborg nel 2006.
Campione europeo a Birmingan nel 2007 e che, con un balzo di 8,47 ai Mondiali di Osaka, sempre nello stesso anno, è diventato record italiano e medaglia d’argento.
Conserva tutt’oggi le migliori prestazioni italiane under 16, under 18, under 20 e under 23 del salto in lungo.
Non è solo il ragazzo dal sorriso bello davanti al distributore degli snack mentre si contendono con una ragazza l’ultimo Kinder Bueno, Andrew è molto di più.
E non siamo molto d’accordo sul fatto che sia stato sopravvalutato come atleta così come lui dice.
Quello che ha alle sue spalle è una fila lunghissima di titoli, primati e migliori prestazioni italiane fin dalle categorie giovanili quando già era capace di cose incredibili che facevano presagire il suo futuro da golden-boy dell’atletica azzurra.
Risultati sportivi nazionali ed internazionali conquistati con i colori dell’Aeronautica Militare:
- Tuttora è primatista italiano assoluto indoor con mt. 8,30mt e outdoor con mt. 8,47mt
- Campione Mondiale U20 nel salto in lungo e nei 200m (Grosseto 2004)
- Medaglia di Bronzo ai Mondiali indoor (Mosca 2006)
- Campione Europeo outdoor (Goteborg 2006)
- Campione Italiano Assoluto indoor (Ancona 2006)
- Campione Italiano Assoluto indoor (Ancona 2007)
- Campione Italiano Assoluto outdoor lungo e 200mt (Padova 2007)
- Campione Europeo indoor (Birmingham 2007)
- Medaglia d’argento ai mondiali outdoor (Osaka 2007)
- 5° ai Campionati Europei outdoor (Barcellona 2010)
- Campione Italiano Assoluto outdoor (Grosseto 2010)
- Campione Italiano Assoluto outdoor 200mt (Torino 2011)
- Campione Italiano Assoluto outdoor 200mt (Bressanone 2012)
- 3° classificato Campionati Italiani Assoluti Indoor (Ancona 2017)
- Partecipazione Campionati Europei (Berlino 2018)
- Partecipazione Campionati Mondiali di Staffette (Yokohama 2019)
Un ragazzo dalle capacità atletiche spiccate, capace di spaziare dalla velocità ai salti e ai salti con gli ostacoli.
Con un carriera da campione schiacciato dalle pressioni, dalle responsabilità, dalle scelte sbagliate e dai troppi rimpianti.
Andrew Howe che in silenzio e con umiltà ha continuato ad allenarsi nella sua Rieti, la sua culla adottiva, con la speranza e la voglia di tornare a gareggiare.
Il calvario è iniziato alle Olimpiadi cinesi alle quali Andrew Howe si stava presentando come grande favorito nel salto in lungo e con le misure che aveva fatto nel biennio precedente sarebbe andato quantomeno sul podio.
Invece quella Olimpiade, l’ultima disputata, fu condizionata da un infortunio capitato alla vigilia.
Una serie di vicissitudini o di sfortunati eventi in cui si alza, ricade, torna a rialzarsi e decide di dedicarsi solo al lungo.
Andrew che con il suo sorriso e quella sua tenacia ci ha fatto amare ancor di più questo splendido sport che troppo spesso passa in sordina.
L’atletica che da valore alle persone solo se presenti alle Olimpiadi, ma che poi non è sempre così.
Andrew pieno di grinta e di grande umiltà. Un ragazzo semplice che si allena in silenzio sulla pista blu e che cade nella sabbia contento per quel mezzo centimetro in più.
“Il prossimo anno sarà il mio ultimo anno, lo farò da atleta mediocre mi voglio divertire e fare tutte le gare che ho sempre amato per chiudere con un sorriso e salutare questo sport che ho sempre amato”.
Ecco caro Andrew la parola mediocre non ti si addice molto o almeno quelli che ti hanno sempre amato non la pensano così.
Quello che ci auguriamo è di vederti sorridere ancora, di gareggiare con la stessa grinta e di continuare ad amare questo sport all’infinito senza mettere limiti a quel che sarà.