Un altro Passatore a raccattar la “Rossa”. Come avvenne prima del Covid, in completa autonomia, mi apposto, in quel di un paese del ravennate, per portare conforto negli ultimi, lunghissimi, chilometri, della gara dedicata a Messer Pelloni.
Dato che Ella ora cammina (spedita, ma cammina), più o meno attorno alle 4 dovevo essere pronto a procedere in direzione opposta: inutile attendere…
Avevo predisposto, qualche giorno prima, una serie di calcoli in base ai quali, tra le 5 e le 5.15 sarebbe arrivata a Brisighella (88 km). Solo che, un conto è la teoria, altro quello che può succedere il giorno della gara. E, in effetti, qualcosa è successo. La temperatura media doveva essere circa 20 gradi il giorno e 15 durante la notte. Tuttavia una grandinata pomeridiana, dalle parti di Faenza ha generato un crollo della colonnina di mercurio di circa 7/8 gradi che, la notte, unitamente alla fatica, si fanno sentire.
Procedendo a ritroso non si vedono i volti ma solo dei lampi luminosi, ed il lento incedere. Molti sono coperti con indumenti di fortuna (asciugamani uno, buste di plastica un altro …), quasi come sfollati.
Alle 4.30 sono nei pressi del km 85: “Liliaanaaa!!!” urlo, nella notte buia. “Liliaanaaa!!!”. Il rischio è quello di venire superati senza rendersene conto, dall’altro lato della carreggiato. Mi torna in mente il film “Troy”, laddove Achille reclama lo scontro che ad Ettore poi fu fatale.
Finché, da una certa distanza, una voce: “Dove sei?”.
L’”aggancio” avviene proprio al cartello che indica “ Brisighella”. Ed eccoci qui, a perderci in chiacchiere, in attesa dell’alba, per i 15 chilometri che portano a Faenza.
Dopo il Km 90, come da prassi, attendevamo il cartello che avvia il conto alla rovescia. Ma il “91” non c’è… e neppure il “92”… (c’è, però, un foglio approssimativo di qualche iniziativa, che segna il “43”). La successione dei chilometri è decisamente affidata alla testa, ché il Garmin, anch’esso in bambola, offre riscontri del tutto approssimativi.
Dopo il ristoro del km 95, la memoria vacilla. Il percorso non appare quello consueto e, così, si spiega l’assenza dei cartelli (non è stata fatta la misurazione ufficiale, tranne per quelli ogni 5). Che fine ha fatto la “rotonda” con la statua del Passatore? E il cimitero?
Un lungo rettilineo, costeggiato, sul lato destro, da ville immerse nel parco ridisegna il contesto. Dall’altro lato, poco dopo le 6, si sveglia la città: persone con il cane, chi fa footing… qualcuno saluta gli sventurati podisti sopravvissuti.
Il chiarore, in un cielo coperto da nubi basse, rianima e favorisce le forze rimaste. Toni di grigio, sprazzi di sole, una piega nel tempo declina il futuro prossimo.
Il passo “tiene”. Tutto andrà come deve. Una volta tanto, il senso di ineluttabilità della nostra vita costituisce un elemento di conforto. Una dimostrazione che, forse, possiamo dominare gli eventi e raggiungere l’obiettivo. 100 chilometri come metafora più ampia del rapporto con gli eventi.
L’ultimo tratto, e già si intravedono i loggiati di Piazza del Popolo. Ancora 200 metri e, dopo 16 ore e 9 minuti (con 30 minuti di anticipo sulle previsioni dei giorni scorsi), termina il Passatore 2024.
[Colonna sonora: Hapax, Parallel Words (Max Steel Night Run Remix); Vestron Vulture, Astronema (Via Firenze Remix), Editors, Cold (UNCLE Remix)]