Correre in salita è aprire un varco dentro te stesso, è scavare alla ricerca del tuo patrimonio d’atleta e non solo.
Vicino a Roma c’è un posto speciale dove si nasconde un tesoro. Tutti lo possono vedere ma non tutti lo possono vivere.
La salita di Marcellina sul Monte Morra è la strada incantata che conduce la tua volontà sul “Sentiero dell’oro”. Per trovarlo devi essere motivato e buttare le lacrime della fatica oltre ogni tornante.
Correre in salita per più di sei chilometri, con una pendenza che non da tregua, vuol dire avvicinarsi un po’ di più a cosa hai dentro di te.
Di quella strada che porta fino Prato Favale, Teodora sa tutto, conosce ogni pietra che incontri lungo il tuo incedere.
Perché lei ha scavato nella cava di Marcellina per anni, e di tesori non ne ha mai trovato uno. Ma lei, con il suo volto ti accoglie, amorevole, curiosa e a tratti stizzita verso chi non porta rispetto a quei tornanti.
Tu sei nulla al suo cospetto, devi farti carico di ogni metro di fatica. Preparare il lavoro con attenzione, riscaldando i muscoli, irrorando anima e corpo della voglia di arrivare in vetta. Seminare ciò che sei diventato nell’attesa di ritrovarti in cima alla salita più ricco di prima.
Lei, è immobile o quasi, si gira quanto basta per vederti premere lo start sul tuo crono e andare via verso il primo muro che ti trovi davanti.
L’opera d’arte è stata ideata dall’architetto Romolo Belvedere e denominata la Miniera d’oro di cui l’anziana donna ne è la protettrice sotto di sè.
E’ stata realizzata nel 2016 insieme allo street artist Luis Gomez, il quale ha impresso sulle pietre della vecchia fornace di Marcellina il volto di Teodora Fornari.
L’anziana donna viveva nel piccolo paese alle pendici del monte è ha lavorato per tanti anni nella cava della zona. Il suo volto è stato ripreso da una foto in bianco e nero che le fece l’architetto Romolo Belvedere.
Marcellina e le sue opere d’arte oggi sono inserite nel cosiddetto Sentiero dell’Oro. Un progetto di riqualificazione finanziato dal Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili.
La sua finalità è di riconvertire l’edificio del vecchio cementificio, sito a pochi metri dal dipinto della saggia Teodora, dove i volti di minatori, contadini, pastori e bambini del paese, sono stati riprodotti sui suoi silos ormai abbandonati.
Nel frattempo, il tuo personale sentiero dell’oro, è lì che ti attende e non ti fa respirare. I sei chilometri di strada sono la pala con cui apri una voragine dentro il tuo essere.
Non ti resta che abbassare la testa e contare i tornanti, vedere sfilare i metri segnati a terra e seguirli come in una mappa del tesoro.
Continui a spingere sulle gambe percependo qualche cosa dentro di te che non sentiresti su altre strade.
Correre in salita ti riporta con i piedi per terra, combatti ma senza esagerare, assapora la strada e rispettala nella misura con cui fai con te stesso.
Il tuo tesoro non te lo porterà via nessuno, metro dopo metro, fino all’ultimo tornante, devi avere pazienza ascoltare il cuore e far girare gambe e testa.
Il sentiero dell’oro è la nostra strada nello sport e nella vita. Sta a te come affrontarlo, in ogni pendenza, cosciente che saprai usarlo ad ogni traguardo, e per ogni Teodora che vedrai ricorda che la fatica, anche la tua, può essere una forma d’arte se vissuta con il rispetto della dignità umana.
Marco Raffaelli