I miei cinquanta chilometri sognati con forza

Vi capita mai di dover scegliere la fotografia migliore, quella che rappresenta in quel momento il fermo immagine perfetto?

Ecco è così che mi sento ora, perchè non saprei da dove iniziare e quale momento scegliere. Ma ne sceglierò alcuni tra i più significativi quelli che mi hanno fatto scoprire qual’è il significato vero della parola forza, che non è quella fatta di muscoli o sollevamento pesi, è quella che viene da dentro, quella che ti dice che non è il momento di fermarsi, quella che ti spinge ad andare oltre.

Oltre quella salita che ti sembra infinita, è dura e allora decidi di camminare svelta poi ricorri, poi ricammini così fino in cima a Castel Del Monte siamo a quota 1.346 ma sai che dovrai salire ancora e non ti fermi rinizi a correre incontri gente, ci parli ti sembra di conoscerli da una vita e pensi: siamo dei folli ma siamo tutti bellissimi ognuno con una storia da raccontare ognuno con una motivazione.

Ccerte imprese non si compiono mai per caso. E lungo la salita incontri un ragazzo gli chiedo un piacere tanto stiamo camminando tutti e due gli dico se mi scatta una foto, ma tanto lui ignaro non sa che l’ho già immortalato in una foto rubata, si abbinava bene al panorama. Ci parlo un attimo mi dice come si chiama e mi presento anch’io, mi dice di non aver mai fatto neanche una maratona.

Complimenti!- dico io-ti sei scelto un’ultra davvero tosta! Sei un folle anche tu congratulazioni!

Sorridiamo e io dico che sono lì per superare Dominga. Poco più in là riprendo la mia corsa mi sento bene sorrido, sorrido a tutti questo panorama e quest’aria di montagna mi fa salire l’adrenalina tanto da emozionarmi. Mi fermo ad ogni ristoro, gli abruzzesi sono ospitali gentili e disponibili.

Ci scambio due battute, d’altronde io non sono una musona, io non sono venuta qui per fare il tempo ( così si dice in gergo runner) sono venuta a vedere se riesco a superare quel muro chiamato limite. Continuo accelero, poi diminuisco sono già quasi al 35 km, ma iniziano i problemi ho già una mezza crisi.

Una vescica sotto al piede che mi sta facendo vedere le stelle e in più un principio di crampi. Però la mia testa mi dice di non fermarmi per cui mi ricarico bene al ristoro e a fatica rinizio la mezza salita. Faccio il pieno di colori provo a non concentrarmi sui dolori muscolari e mi godo lo spettacolo mozzafiato. Da dietro mi sento chiamare è Cristiano il ragazzo della foto di prima mi chiede se sto bene mi dice se vuoi ti aspetto e io dico: no vai tranquillo che poi mi riprendo!

 

Dominga e Cristiano sul percorso della 50 km del Gran Sasso

 

Ed è così rinizio a correre… Lo raggiungo di li a poco ma ci fermiamo siamo in mezzo ad una vallata dove ci sono dei cavalli selvaggi iniziamo a scattare foto come fai a non fermarti? Ok la mia testa a questo punto decide di continuare questo viaggio con lui, troppe similitudini mi sento a mio agio, fra i “matti“.

Ci arrangiamo tra un tornante ed un altro, ci facciamo coraggio l’uno con l’altra, siamo quasi al 40° km li ci aspetta un ristoro da paura uno di quelli che se lo racconti non ci credono. Arrosticini signori e signore sulla brace pronti ad aspettarci. Davvero unici come puoi non degustare?

Ok ci siamo inizia una discesa e Cristiano tra poco più di 2km diventerà ufficialmente maratoneta.

Rprendiamo a correre mentre mi guardo intorno in alto ed in basso siamo davvero in alto qui abbiamo raggiunto i 1600 metri. Gesù che meraviglie hai creato io non riesco a descriverle, rimango senza fiato di fronte a questa immensità: pietre, montagne, prati, fiori che in città non sai neanche che esistono, e lamponi ovvio che ne assaggio uno sai che sapore?

 

La consapevolezza che ce la farai con le tue gambe

 

Adesso lo so: sono buonissimi appena raccolti, corriamo ancora abbiamo accelerato siamo ad un buon passo arriviamo al 42° lui è già mezzo commosso io mi congratulo: sei maratoneta!!!

Continuiamo non è finita da lontano vediamo un’altra salita tosta. Il sole è ormai alto sono le 14,00 passate io sento il calore che sale. 45 e 400 c’è il ristoro l’ultimo in cima alla salita, comincio a respirare a fatica forse sono scesa troppo veloce o forse è una botta di calore.

Mi fanno sdraiare mi bagnano la testa e i polsi: datemi la coca cola! Dico io e Cristiano è li che mi aspetta, ma lo vedo preoccupato. Gli dico vai, lui insiste: non ti lascio! 5 minuti e mi rialzo i ragazzi del ristoro mi dicono che mancano 4km e 600 metri all’arrivo, mi fanno coraggio. Io faccio i complimenti e penso: ne è valsa sicuramente la pena ho avuto la fortuna di vedere da vicino il “piccolo Tibet “ o la “bella addormentata” è così che chiamano il Gran Sasso.

Perció riprendiamo e mi emoziono perchè da questa altezza riusciamo a vedere l’arrivo, ma so che mancano ancora 4 km infatti poco dopo la curva il paese sembra sparire, ma non del tutto.

Dai Cristiano ci siamo acceleriamo, lui guarda l’orologio, ma lo guarda da troppo tempo sembra ossessionato dal tempo perciò gli dico di non guardarlo più. Continua ad incitarmi, mi segue da dietro, manca un km riesco a sentire lo speaker che chiama gli atleti e si congratula..

Inizia il percorso obbligato guardo solo le frecce a terra non ci capisco più niente oddio siamo arrivati!!

C’è uno che ci guarda e ci dice: dai che mancano 200 metri!! Prendo la mano di Cristiano lo guardo negli occhi e gli dico: te la senti? Mi capisce al volo acceleriamo al massimo mentre urliamo pazzi di gioia alziamo gli occhi al cielo lo speaker ci chiama per nome, ci sciogliamo in un abbraccio senza fine pieni di lacrime agli occhi, le lasciamo scendere senza vergogna…

Siamo ultramaratoneti ragazzo!!! Il muro è solo quello che ci costruiamo nella testa e da ieri ho capito che si può abbattere..

Ccosa posso dire a mente fredda? Non sentitevi mai soli perchè in queste imprese un po’ folli ci sarà sempre qualcuno che deciderà di farvi compagnia. Non mollate mai, non ascoltate la fatica perchè si soffre ma non andrà sprecata, cercate sempre un punto di riferimento, che sia un palo, una montagna, una pianta una persona e non scoraggiatevi ci sarà sempre qualcuno pronto a incoraggiarvi.

Non sentitevi mai soli

Fatevi accompagnare dalla fede, anche quella in voi stessi, in alcuni momenti può aiutare come parlare con se stessi.

Che dire di più, ne avrei ma mi limiterò a dire che è stato un viaggio senza parole, un viaggio mozzafiato.

50 km di emozioni diciamo così emozioni da vivere emozioni vere. Prendo come esempio una frase che ho portato sulla mia schiena per tutto il tragitto: “ la fatica non è mai sprecata. Soffri ma sogni” ( Pietro Mennea) 28 luglio 1980 campione olimpico 200 metri.

Dedico a lui questo mio traguardo e a tutti i miei amici che mi hanno vista partire da 5 km come se avessi vinto chissà che cosa

Oggi posso dirlo sono fiera di me.

Dominga Scalisi

La fatica non è mai sprecata. Soffri ma sogni!