Pedalare nella giungla urbana di Roma tra frustrazione e opportunità

Se ogni mattina, ti ritrovi anche tu a un semaforo affollato, circondato da decine di scooter e auto e poco più in la ci sono genitori in cargo bike con i bambini, che sfrecciano fino a scuola e ti chiedi: “Ma dove vanno?”

Allora stai vivendo quello scollamento tra realtà e fantasia di una città difficile che a fatica sta provando a vincere una sfida per un domani sostenibile.

Pedalare a Roma è una battaglia. Qui, tra 400.000 scooter e moto, chi va in bici è un alieno, uno che rischia la pelle, invisibile a chi guida, ostacolato dai nodi stradali e dalla carenza di piste ciclabili.

Eppure, proprio ora, la bici assume un nuovo ruolo: non più foschia utopica alla nordica, ma strumento concreto di cambiamento. Con il lancio di Vado a lavorare in bici, Roma prova a trasformare la narrazione urbana:

  • Da ottobre 2025, 50.000 lavoratori capitolini potranno ricevere buoni spesa da 5 a 100 spendibili nei negozi locali; voucher che diventano maggiori con la costanza:
  • 5 dopo 20 viaggi casa-lavoro
  • 10 dopo 30 sessioni
  • 15 dopo 40 sessioni
  • Bonus extra mensili per i più “virtuosi”: tra la 11ª e la 70ª posizione si guadagnano 10 €, tra la 4ª e la 10ª 75 €, mentre la top 3 vince fino a 100 .
  • Al termine di un anno di sperimentazione, i più assidui potranno vincere premi aggiuntivi fino a 2.500 complessivi .

Con 150.000 € stanziati dal ministero (100.000 € per l’app, 50.000 € per i premi) l’iniziativa è patrocinata dall’assessore Eugenio Patanè, ciclista e promotore convinto della mobilità dolce.

Tornando alla tua osservazione – “ma dove vanno?” – trova risposta in questo incentivo: non si tratta solo di fantasia o ideologia, ma di ripensare Roma concretamente, città caotica ma piena di potenziale.

Finora, la bici è stata percepita da pochi come mero rischio. Ma immagina una città in cui un genitore su cargo bike con i bambini non è un’eccezione, ma parte di una rete pedonale ciclabile sicura. Dove la qualità dell’aria, la serenità urbana, la salute pubblica sono premiate – letteralmente – con un buono spesa.

Alla fine, chi va in bici rimane spesso invisibile – un ricordo a ogni semaforo rosso. Ma sta arrivando un segnale tangibile: Roma ti paga se pedali. E non solo per una giornata, ma per ogni singolo giorno, per la costanza, l’impegno.

E tu, la prossima volta che un genitore in cargo bike con bimbi ti supera, rifletti: quella bici non sta perdendo tempo: sta cambiando Roma.

E, lo dico da pedone, da motociclista, da osservatore di questa giungla urbana, è una rivoluzione che merita più di uno sguardo uno sbadiglio.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso