Giordania nel Cuore: un viaggio, un’amicizia, un grazie

Ci sono viaggi che si fanno con i piedi, altri che si fanno con l’anima. Il nostro tempo trascorso in Giordania appartiene senza dubbio alla seconda categoria. È stato un viaggio denso, pulsante di emozioni, incontri, scoperte e riflessioni. Ma, soprattutto, è stato un dono condiviso, un intreccio di sguardi, gesti e parole che ci hanno lasciato qualcosa di profondo, qualcosa che resta.

Un Paese che accoglie

La Giordania ci ha aperto le sue porte con una grazia rara. È una terra dove il tempo scorre più lentamente, dove l’incontro ha ancora un valore sacro e dove l’ospitalità non è forma, ma sostanza. In ogni tazza di tè offerta, in ogni sorriso scambiato con la gente del posto, abbiamo sentito un’umanità calda e genuina, priva di filtri, colma di rispetto.

Amman, con i suoi contrasti vivaci e il suo cuore antico, ci ha mostrato come si possa essere moderni senza dimenticare le proprie radici. Abbiamo camminato tra rovine romane e caffè contemporanei, percependo la vitalità di un Paese che guarda avanti con dignità, pur restando ancorato ai suoi valori più autentici: la famiglia, la fede, la solidarietà.

Diversità che unisce

Molti di noi si sono affacciati per la prima volta sul mondo arabo. Un mondo che spesso ci viene raccontato con toni distorti, ma che in Giordania abbiamo potuto toccare con mano, riscoprendone la ricchezza culturale, la bellezza spirituale e l’armonia possibile nella convivenza. Abbiamo compreso che, sotto forme diverse, ci uniscono valori comuni: il rispetto, la gentilezza, il desiderio di vivere in pace.

Abbiamo ascoltato le storie delle donne, molte delle quali indossano l’hijab per scelta, come segno di identità e fede. Abbiamo osservato la dignità della gente semplice, l’orgoglio di un popolo che, pur tra mille difficoltà, non smette di sorridere, di accogliere, di credere nel futuro.

Un grazie che viene dal cuore

Ma questo viaggio non sarebbe stato lo stesso senza voi, amici miei. A voi va il mio più profondo ringraziamento. Per aver accolto ogni tappa con lo stupore di chi non teme di lasciarsi trasformare. Per aver avuto rispetto, silenzio, curiosità e apertura. Per aver ascoltato, per aver danzato, per aver condiviso. Per aver vissuto questo viaggio con cuore sincero.

Insieme abbiamo camminato tra i luoghi sacri e quelli quotidiani. Il Monte Nebo ci ha regalato una vista mozzafiato su terre cariche di significato: Gerusalemme, Betlemme, il Giordano. E lì, accolti da tre frati francescani che custodiscono un’eredità spirituale millenaria, abbiamo toccato un momento di rara intensità. Un’esperienza che ha parlato a ciascuno di noi in modo diverso, ma ugualmente profondo.

L’amicizia, il dono più grande

Ciò che porto via con me più di tutto, però, è il valore dell’amicizia. Alcuni di voi camminano al mio fianco da anni, e ogni volta che ci ritroviamo, sento crescere una certezza: quella di appartenere a una famiglia che non ha bisogno di legami di sangue, ma solo di verità condivisa. La vostra presenza, il vostro sostegno, la vostra energia sono stati la linfa di questo viaggio. E ora che le valigie sono chiuse, resta vivo ciò che conta davvero: l’affetto, il rispetto, il ricordo.

Con gratitudine infinita

Grazie, dunque, per questi giorni che non dimenticherò. Grazie per aver reso la Giordania non solo una meta, ma una parte di noi. Che questo viaggio sia stato per tutti un piccolo seme, da custodire nel cuore, pronto a germogliare nei gesti di ogni giorno, nello sguardo verso l’altro, nella voglia di conoscere, di capire, di amare.

Con affetto e riconoscenza,
un amico felice di aver condiviso con voi qualcosa di eterno.

Antonello Cipullo