Domenica mattina, alla Corri Fregene, c’era chi era partito da casa per fare la 30k, poi, arrivato sul posto ha deciso di fare la 21k e durante la gara, con il diluvio che non dava tregua, ha finito con la 10k.
Io ero tra questi.
La corsa, per molti appassionati, non è solo una sfida fisica, ma anche un’occasione per testare i propri limiti e confrontarsi con la propria salute. Quando il meteo non è un alleato, è saggio adattarsi, specialmente se le condizioni fisiche non sono ottimali.
Con l’esperienza maturata in molte competizioni, noi runner siamo diventati più previdenti, soprattutto in tema di abbigliamento, preparazione fisica e scelta delle gare. Tuttavia, nonostante la nostra attenzione verso la salute nello sport, ci sono ancora ampi margini di miglioramento, soprattutto in ambito di prevenzione medica.
Molti amatori continuano a correre senza partecipare a gare ufficiali o sottoporsi ai dovuti controlli medici.
Negli ultimi 20 anni, la consapevolezza riguardo alla prevenzione medica nella pratica sportiva amatoriale è aumentata notevolmente. L’introduzione di normative che richiedono il certificato medico per partecipare alle attività sportive ha avuto un impatto significativo. Campagne di sensibilizzazione promosse dal CONI e da associazioni sportive locali hanno aumentato l’attenzione verso la prevenzione cardiovascolare e i rischi connessi a patologie cardiache, tra cui la morte improvvisa durante l’attività fisica.
Parallelamente, è cresciuta anche la consapevolezza riguardo alla prevenzione oncologica tra gli uomini. Sebbene la prevenzione oncologica presenti peculiarità diverse rispetto alla prevenzione sportiva, negli ultimi due decenni si è osservato un cambiamento positivo. Grazie a campagne di comunicazione mirate, come quelle riguardanti il cancro alla prostata, ai testicoli e al colon-retto, sempre più uomini comprendono l’importanza di sottoporsi a esami come il PSA (antigene prostatico specifico) e la colonscopia.
Ciononostante, ci sono ancora barriere culturali che frenano la partecipazione maschile ai programmi di screening preventivi. Gli uomini, infatti, tendono storicamente a sottovalutare l’importanza dei controlli medici, soprattutto rispetto alle donne. Fortunatamente, questo trend sta cambiando grazie al crescente dialogo pubblico sulla salute maschile, sostenuto da figure di spicco, atleti e associazioni di pazienti. Tuttavia, la partecipazione maschile agli screening è ancora inferiore rispetto a quella femminile.
Un altro aspetto positivo è la maggiore disponibilità di informazioni grazie a internet e l’accesso facilitato ai test diagnostici, che hanno contribuito ad aumentare il numero di visite specialistiche e a promuovere la diagnosi precoce, in particolare per malattie oncologiche facilmente curabili se scoperte in tempo.
Come runner, siamo abituati a controllare con precisione i nostri parametri fisici, a monitorare il livello glicemico e a combattere il passare del tempo con allenamenti costanti. Allo stesso modo, dovremmo essere altrettanto rigorosi nella prevenzione medica. Solo attraverso controlli periodici, una o due volte all’anno, possiamo affrontare con consapevolezza la nostra salute, sia sul campo da corsa che fuori. È così che possiamo continuare a correre a lungo, insieme, magari anche sotto un temporale di metà febbraio.
La prevenzione sportiva e medica è un elemento imprescindibile per chi pratica attività fisica, a qualsiasi livello. La consapevolezza è il primo passo verso la salute e il benessere, e con la giusta attenzione possiamo tutti continuare a goderci lo sport in sicurezza, per molti anni a venire.