Ci sono momenti in cui mi rendo conto che la potenza delle parole, delle immagini e delle storie intrecciate su un palco riescono a trasformare una conferenza stampa in qualcosa di più: un inno alla vita, al rispetto, e alla libertà.
Questo è stato il pensiero alla fine della presentazione della Corsa di Miguel 2025 tenutasi il 18 dicembre presso la Sala Protomoteca del Campidoglio.
Tra gli interventi più toccanti, il cuore della giornata, è stato il momento della consegna del pettorale numero 1 a Edith Rosario Ventosilla.
Peruviana di nascita e italiana da oltre trent’anni, Edith ha raccontato con semplicità disarmante il suo amore per la corsa:
“Quando corro non sento fatica, ma un senso di libertà. Ogni gara lunga è un viaggio dentro me stessa, una sfida che mi dona serenità per affrontare la vita.”
Un manifesto di ciò che la corsa rappresenta per migliaia di donne come lei: uno spazio per liberarsi dai vincoli, per ritrovare la propria forza interiore e per guardare avanti con determinazione.
La Corsa di Miguel non è solo un evento sportivo, ma una piattaforma per dare voce alle storie di chi, con il proprio esempio, ispira il cambiamento. È stato questo il filo conduttore del capitolo dedicato a L’Onda Donna: 35 donne, unite da uno scaldacollo rosso simbolico, hanno raccontato come lo sport può essere uno strumento di emancipazione e consapevolezza.
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Cecilia Frielingsdorf ha reso quel momento vibrante, coinvolgendo le atlete salite sul palco per raccontare la loro storia di coraggio e determinazione che ha commosso tutti i presenti.
Tra gli annunci, un’attenzione speciale è stata dedicata al riconoscimento delle prime 300 donne iscritte, con la possibilità di accedere gratuitamente alla mostra Roma Pittrice presso Palazzo Braschi, un gesto che unisce cultura e sport come pilastri della società.
La storia di Edith e il messaggio universale delle donne presenti in sala hanno illuminato la giornata, un inno corale a ciò che lo sport può fare per costruire una società migliore. Nella Sala Protomoteca si è respirato qualcosa di più grande di un evento sportivo: una voglia di libertà, uguaglianza e rispetto.
Concludendo la giornata, il saluto finale ha presentato la copertina dell’opera Atlante Mappamondo della Corsa di Miguel, un simbolo tangibile che sarà donato alle scuole partecipanti, perché i valori di questa corsa possano ispirare le nuove generazioni.
La corsa è vita. E oggi, più che mai, la corsa è donna.