Il podista medio, eroe imperfetto

Il podista medio, fondamentalmente, oltre a correre non fa un accidente.

Parla, commenta, sproloquia di sport, ma a parte i 10k che corre al mattino a una velocità indegna, non conosce altro. Nonostante questo, si autoproclama l’epicentro del mondo amatoriale. Si sente il pilastro della cura e prevenzione dell’intero Paese.

Il podista medio dorme poco quando dovrebbe riposare, e ha sempre l’occhio mezzo chiuso quando dovrebbe essere sveglio. Mangia come un socialista ai tempi d’oro, ma in gara si sente leggero e scattante come un’antilope africana.

Per lui, tutte le strade puntano nella sua direzione:

– Al volante è un pericolo pubblico.
– Sulla bici è l’incarnazione dell’inaffidabilità.
– Quando corre, non ascolta nessuno e si trasforma in una sorta di zombie catatonico.

Il podista medio è un cultore degli estremi: d’estate lo vedi mezzo nudo, d’inverno coperto fino agli occhi. E non c’è sport, in nessuna stagione, che possa vantare la stessa gamma di colori, scritte e abbinamenti azzardati come quelli delle sue divise. Forse solo i ciclisti riescono a fare peggio, ma quello è un capitolo a parte.

Il podista medio è perennemente in preparazione di qualcosa. È sempre alla ricerca del fisioterapista ideale, del massaggiatore miracoloso, dell’osteopata che lo rimetta insieme. Ma non lo sentirai mai chiedere un buon psicologo.

Perché, ammettiamolo, il podista è un po’ pazzo. Un giocherellone che, grazie alla corsa, è scampato a drammi esistenziali peggiori, e che in famiglia, per almeno una mattina a settimana, viene allontanato fino all’ora di pranzo, per la gioia di tutti.

Superati i 45 anni, che sia uomo o donna, il podista medio ha già combinato metà dei guai che una persona potrebbe fare in un’intera esistenza.

Per sua fortuna, da questo momento in poi, l’unica sfida sarà imparare a giocare a padel, evitare le uscite serali con gli amici dopo le 22:00, e concentrare tutte le energie nella ricerca della gara meno affollata, più ricca di premi, senza una salita che sia una, e con il pacco gara più ricco della regione.

Evviva il podista medio.