La fiaboterapia è un viaggio motivo nel cuore della psicologia narrativa

La fiaboterapia è un approccio terapeutico innovativo che sfrutta il potere delle fiabe, per esplorare e curare le dinamiche psicologiche dei partecipanti.

La scorsa settimana sono stato ospite di un gruppo, ma più correttamente lo si può definire un laboratorio esperienziale, coordinato da due Psicoterapeute bravissime, Noemi De Lumè e Chiara Aleandri.

L’occasione era nata dopo un primo incontro con loro in cui mi avevano parlato di questo approccio, di cui non sapevo molto e per uno a cui piace inventare storie, per raccontare la realtà, era perfetto.

Attraverso il testo di una fiaba, hanno permesso, a noi partecipanti, di riflettere sulle nostre esperienze di vita in un contesto sicuro e guidato dalle due psicoterapiste.

Con l’esperienza vissuta nel laboratorio e l’aiuto di Chiara e Noemi, provo a esplorare le caratteristiche distintive della fiaboterapia, i suoi benefici e il modo in cui evoca emozioni e vissuti profondi nei partecipanti.

Seduti in cerchio, in uno spazio comodo e rilassante, abbiamo dato voce al nostro “cavaliere”, e soprattutto gli abbiamo dato un nome, che si rifacesse ai miti della nostra fantasia, tra eroi, maghi, fate e principesse.

Io sono stato più moderno rappresentandolo con Indiana Jones.

La figura di riferimento che abbiamo delineato, in base al nostro vissuto, l’abbiamo inserita nel finale della fiaba, ciascuno come meglio credeva, scrivendo il proprio epilogo della storia narrata dalle due psicoterapeute.

Il processo si svolge in un ambiente dove i partecipanti sono invitati a interpretare la storia, a identificarsi con i personaggi e a esplorare le diverse trame.

La fiaboterapia si distingue per il suo approccio unico alla psicologia narrativa.

Durante la nostra sessione, che come detto è un laboratorio esperienziale che può essere vissuto anche solo una volta dai partecipanti, senza le dinamiche cicliche dei gruppi di analisi, Noemi e Chiara hanno introdotto la fiaba che possedeva elementi simbolici rilevanti per i temi che si volevano trattare nel gruppo.

Le storie sono scelte con cura, offrendo ai partecipanti una prospettiva diversa sulle proprie sfide personali.

Questo tipo di interazione favorisce una profonda introspezione e una discussione costruttiva, guidata dalle terapeute, che aiuta i membri del gruppo a connettersi con i propri sentimenti e conflitti interni. Personalmente ho elaborato il mio “Cavaliere” archeologo che raffigurava la mia passione per la ricerca e l’incontro con il prossimo al fine di conoscere, imparare e crescere anche grazie alle esperienze altrui.

Dalle mie precedenti esperienze di analisi psicoterapica ho capito che i vantaggi della Fiaboterapia permette ai partecipanti di vedere i propri problemi in una luce nuova, facilitando una maggiore comprensione di sé e promuovendo la crescita personale.

Con un buon grado di empatia e solidarietà, il gruppo, eterogeneo, ha azzerato le differenze grazie all’ascolto e alla condivisione di interpretazioni e reazioni emotive alle storie. Ha aiutato a sviluppare l’immedesimazione e a creare un senso di solidarietà all’interno del gruppo stesso.

La fiaboterapia è particolarmente efficace in quanto ha permesso a noi partecipanti di esprimere emozioni che sarebbero state difficili da articolare in altri contesti. La favola, di cui ciascuno ha riscritto il finale, ha agito come un mezzo attraverso il quale i sentimenti repressi sono stati espressi in modo sicuro.

L’approccio del laboratorio, la maschera del cavaliere e la storia da riscrivere, seppur in parte, ci hanno aiutato a trovare soluzioni creative, o almeno a visualizzare i propri conflitti personali e interpersonali, con l’auspicio di imparare a gestire meglio le situazioni difficili nella vita reale.

Il potere evocativo delle emozioni e del vissuto

Noemi e Chiara a margine dell’incontro mi hanno spiegato che la fiaboterapia è efficace nel richiamare emozioni profonde e nell’aiutare i partecipanti a rielaborare il proprio vissuto. Le fiabe, che possono cambiare ogni volta, anche con lo stesso gruppo di persone, con i loro archetipi e simboli universali, stimolano l’inconscio, rivelando emozioni e ricordi nascosti.

Ho capito che il loro ruolo è cruciale, selezionando le storie e facilitando la discussione, aiutando a interpretare il significato personale e collettivo delle narrazioni.

“Questo metodo permette di esplorare aree della psiche spesso inesplorate, offrendo nuove intuizioni e promuovendo la guarigione emotiva.”

La storia dell’avvicinamento alla terapia delle fiabe risale a Marie-Louise Von Franz, allieva di Jung, la quale ha svolto un ruolo significativo nell’interpretazione delle fiabe. La psicoanalista svizzera ha approfondito l’analisi delle fiabe secondo un’ottica junghiana, spiegando i simboli presenti in alcune fiabe della letteratura mondiale attraverso la teoria degli archetipi.

La fiaboterapia con le sue radici, unisce le narrazioni tradizionali alla psicologia moderna, fornendo un mezzo profondo per affrontare problemi personali e interpersonali.

Grazie ai suoi numerosi vantaggi e al forte impatto emotivo di tale approccio, Chiara e Noemi, stanno ottenendo un crescente riconoscimento da parte dei partecipanti ai loro gruppi.

Se cerchi un modo innovativo per esplorare e risolvere dinamiche psicologiche, la fiaboterapia potrebbe essere il percorso giusto per te.

Vi lascio i loro contatti per conoscere meglio il metodo e magari provare un incontro in uno dei laboratori esperienziali …con il vostro “Cavaliere“.

Noemi De Lumè – Psicoterapeuta Psicodinamica – 3334786444

Chiara Aleandri – Psicoterapeuta Umanistico Integrata – 3516654948

 

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso