La Barkley Marathon è l’ultra trail che si tiene annualmente nel Parco Statale di Frozen Head nel Tennessee. La sua notorietà deriva da una combinazione di caratteristiche uniche che la rendono estremamente impegnativa e, per molti, quasi mitica.
L’atleta inglese Jasmin Paris ha fatto la storia della specialità, diventando la prima donna a finire la Barkley Marathon con solo un minuto e 39 secondi di anticipo rispetto al limite di 60 ore.
Il percorso all’interno del Frozen Head State Park cambia ogni anno, con un dislivello doppio dell’altezza del Monte Everest. Solo 20 persone sono riuscite ad arrivare al traguardo entro le 60 ore da quando il percorso è stato fissato a 100 miglia nel 1989.
Abbiamo messo insieme le principali caratteristiche che contribuiscono alla sua fama e al motivo per cui è tanto temuta.
Navigazione e orientamento: i partecipanti devono correre su un percorso estremamente tecnico e spesso poco segnato, senza l’ausilio di GPS. Si affidano a mappe e bussole per localizzare una serie di Sign Book disseminati lungo il percorso, da cui devono strappare una pagina corrispondente al loro numero di pettorale come prova del completamento di ciascuna sezione.
Condizioni meteorologiche imprevedibili: la gara si svolge a fine marzo o inizio aprile, quando il clima nel Tennessee può variare drasticamente, passando da condizioni invernali con neve e gelo, a pioggia torrenziale e temporali, fino a caldo umido.
Limiti di tempo stringenti: i concorrenti hanno 60 ore per completare la corsa, con cancelli di controllo a tempo intermedi per ogni giro (o “loop”). Questi limiti sono estremamente rigidi, tanto che in alcune edizioni nessuno ha completato la gara.
Isolamento e resistenza psicologica: i partecipanti affrontano lunghi periodi di isolamento, spesso camminando da soli nel cuore della notte. La resistenza mentale e la capacità di affrontare la solitudine e la fatica estrema sono essenziali per avere qualche speranza di successo.
Percorso unico: la gara consiste in cinque giri di circa 20 miglia ciascuno (anche se si dice che ogni giro sia più lungo di quanto dichiarato), che devono essere completati in ordine inverso dopo i primi tre. I concorrenti che completano tre loop (60 miglia) sono riconosciuti come “Finisher” del “Fun Run”.
Accesso limitato: la partecipazione è severamente limitata a circa 40 atleti ogni anno, selezionati attraverso un processo di candidatura intenzionalmente oscuro e complesso. L’identità dei partecipanti viene resa nota solo pochi giorni prima della gara.
Tasso di successo estremamente basso: da quando la gara è stata fondata nel 1986 da Gary “Lazarus Lake” Cantrell, solo una manciata di persone ha completato il percorso entro il limite di tempo. Questo tasso di successo minimo contribuisce al misticismo e al fascino della Barkley.
La combinazione di queste caratteristiche fa della Barkley Marathon una delle corse più dure e temute al mondo. La sua fama si basa non solo sulla difficoltà fisica ma anche e soprattutto sulle sfide mentali e di orientamento che i partecipanti devono superare, rendendola un evento cult tra gli ultramaratoneti e gli appassionati di endurance.