Immaginate di poter piegare la linea del vostro tempo come un foglio di carta e, attraverso un foro, mettere in comunicazione le due versioni di voi stessi.
Ad un estremo ci siete voi ai primi passi durante gli allenamenti sotto casa.
All’altro estremo sempre voi ma sulla linea di partenza di una maratona.
Cosa direste oggi al voi di allora?
Alle paure di non farcela, di non essere all’altezza di uno sport che non concede scorciatoie.
Se qualcuno vi avesse detto che sarebbe stato così faticoso, colmo di incertezze, scomodi rinvii, avreste continuato a fare quel giro sotto casa?
Per fortuna il tempo non lo possiamo controllare a nostro piacimento e quei due lembi di una storia bellissima resteranno sempre distanti e separati.
Però proviamo a far parlare i due runner che siamo e che siamo stati.
Nella nostra corsa immaginaria tra due punti della linea del tempo sfruttiamo ciò che la teoria della Relatività Generale ci concede.
Pensate di essere voi quella massa necessaria ad alterare la natura dello spazio-tempo, deformandone la struttura geometrica, da cui il gioco di piegare come un foglio di carta, sarebbe fatto.
Adesso eccovi, l’uno davanti all’altro, con l’incredulità che ogni salto nel tempo comporta, con la paura di cambiare un futuro incerto attraverso le vicende di un passato recente fatto di traguardi.
Migliorereste qualcosa del vostro passato, assecondando il corpo più di quanto avete fatto, ascoltereste qualche consiglio in più dando spazio a strade che vi siete preclusi per orgoglio o supponenza.
Provate a capire cosa potete ancora fare, oggi, al vostro voi di domani, senza curvare il tempo possiamo investire sul nostro benessere per poter correre oltre quanto potete immaginare ogni giorno.