Quando vedi un runner correre in strada, sappiamo bene a cosa pensi. Non resti indifferente, nessun runner lo fa.
Davanti al passo di uno come te che in quel momento si sta allenando, il primo pensiero è “ma come cazzo corre?” e ciò vale per qualsiasi tipologia di runner che passa sotto la tua lente d’ingrandimento socio-podistica.
La disamina inizia dal passo, poi alla posizione delle braccia, appoggio del piede, busto, spalle e mani, in pratica non risparmi nulla del malcapitato.
L’andatura è l’unico aspetto che può essere analizzato senza una visione soggettiva.
L’incedere dello sfortunato podista è monitorato dalla tua analisi stizzosa e parametrizzato con una serie di fattori basici, puerili e a tratti severi:
- Facile correre a quest’ora.
- Ma non ci vai a lavorare.
- All’età sua andavo al doppio della velocità
Ma siccome in tutte le indagini, sono i dettagli che fanno la differenza, ecco che il tuo occhio livido e stanco si concentra sull’abbigliamento.
Scarpe, quando vedi ai piedi di atleti stanchi il modello ritrovato in cantina e buono per una ciabattata ti verrebbe da gridargli “torna a casa che ti fai male”, ma anche quando indossano le Nike Air Zoom Alphafly Next% ti verrebbe da gridargli “torna a casa che non vai manco a calci”.
Colori: dalla maglia, passando per i pantaloncini, alla cerata fluo indossata con 20 gradi, allo zuccotto di lana di nonna, provi a capire se è un amico, o un neo runner che ha deciso di farti venire la bile, già alle 9 di mattina, sul tram pieno a tappo.
Non ti resta che voltarti dall’altra parte, e in silenzio bofonchiare qualche cosa per sfogare le imprecazioni che ti salgono a una velocità da PB sui 10.000.
Velocità che, a pensarci bene, non è poi così lontana dall’andatura che sta tenendo lo sventurato podista che, ha avuto la sfortuna di passare sotto le grinfie di uno come te, che nella sua carriera podistica le ha combinate tutte, anche alle 9.00 di mattina, sotto gli occhi di una intera città.