Il Campaccio dove si dimostra il valore degli atleti

storia del campaccio

Il 6 gennaio si corre il Campaccio, la gara di cross più famosa in Italia. La mitica corsa campestre che ha casa sui prati di San Giorgio su Legnano, stadio Angelo Alberti come base del mito dove tutto partì nel 1957.

Organizzata dall’Unione Sportiva Sangiorgese il Campaccio è tappa Gold del World Athletics Cross Country Tour, e degna della Heritage Plaque della World Athletics ricevuta.

L’evento sarà trasmesso in diretta su Sky Sport Max (ch. 205) dalle 13.55 alle 15.30, con la regia di Franco Masselli ed il commento di Nicola Roggero e Stefano Baldini.

Per l’Italia, in cima alla lista femminile un grande talento azzurro, la neo vice campionessa di cross agli europei di Bruxelles di pochi giorni fa, l’olimpica Nadia Battocletti e per gli uomini Iliass Aouani primatista nazionale di maratona.

campaccio

La rilevanza atletica del Campaccio lo ha portato nei calendari stagionali di atleti di fama internazionale, tra cui campioni olimpici e mondiali.

Il termine Campaccio deriva dal dialetto legnanese, esattamente da campasc, che significa “campo incolto”, il che rende bene l’idea per una corsa campestre quale è da sempre la gara omonima.

Il percorso della gara maschile è stata di 12 km fino al 2008, dopodiché è diventata di 10 km. La gara femminile era originariamente lunga 3,5 km, ed è stata portata agli attuali 6 km a metà degli anni novanta.

“La gara si svolgerà con qualsiasi condizione atmosferica” è la frase che più ci piace del Campaccio.

Per il resto il file del regolamento è, all’apparenza, come uno dei tanti che avete letto prima di iscrivervi, solo che qui c’è un fattore che non ha nessuna altra gara in Italia ed è la tradizione vergata con la penna della fatica e la voglia di dimostrare il valore degli atleti.

Nadia Battocletti
Nadia Battocletti