Alla Maratona di Honolulu, svoltasi il 10 dicembre scorso, Andrew Sloane, un cittadino americano proveniente da Chicago, ha tagliato il traguardo in 16 ore e 59 minuti.
La finish line, posta all’interno del Kapiolani Park, vicino alla famosa spiaggia di Waikiki era il luogo ideale per lui e i 15134 maratoneti partecipanti arrivati prima di lui.
Il suo risultato è stato salutato, con una dedica speciale da parte degli organizzatori, i quali hanno spiegato che il suo viaggio e la sua determinazione verso il traguardo incarnano lo spirito del loro evento.
Giunta alla 51 esima edizione, quella di Honolulu è la quarta maratona più grande degli Stati Uniti, dopo New York, Chicago e Boston, ed è ideale anche per chi affronta la distanza per la prima volta grazie all’assenza di un tempo limite.
Come ci ha fatto capire Andrew Sloane, qui non conta arrivare, ma soprattutto partire, poi quello che sarà, si vedrà, alla fine.
Una trasferta non proprio economica, con un tour operator dall’Italia si spende mediamente 3000 euro a persona, con volo, pettorale e 7 notti in albergo, due a Los Angeles e il resto a Honolulu.
Ma proprio è proprio grazie a un percorso panoramico, attraverso bellissimi paesaggi, che la maratona hawaiana è ancora una delle più grandi maratone del mondo che attira da 50 anni partecipanti da tutto i continenti.
Negli ultimi anni, in media, sono stati 25.000 i runner che hanno finito la maratona.
La gara inizia tradizionalmente alle 5 del mattino, permettendo ai partecipanti di correre durante le fresche prime ore del mattino ed evitare il caldo della giornata.
La caratteristica di non avere tempo limite per portarla a termine ha fatto sì che la sua popolarità sia cresciuta negli anni soprattutto per i runner giapponesi, i quali, in patria hanno pochissime maratone aperte a tutti per dei limiti di tempo di accredito.
Cosa accadrebbe se anche in Italia non ci fossero tempi limiti per chiudere una maratona? Aumenterebbe il numero dei finisher? Ci sarebbe una nuova fetta di partecipanti, i quali, senza l’assillo di un tempo limite vivrebbero l’evento camminando a un passo utile a tagliare comunque il traguardo.
Stiamo parlando di una maratona che potrebbe non finire mai, una visione diametralmente opposta all’approccio italico rivolto al “quanto ci hai messo” al “non si molla un metro” al “questa volta è PB”.
Ci vorrebbe una piccola rivoluzione di mentalità, per cui le città non dovrebbero essere più un limite per gli organizzatori, città aperte allo sport per tante ore.
Questo aiuterebbe ad andare oltre i limiti di tempo previsti oggi che sono sempre meno le 8 ore di alcuni anni fa.
Maratona di Firenze 2023 – 6 ore
Maratona di Roma 2024 – 6 ore e 30
Maratona di Londra 2024 – 6 ore e 30
Ma forse è solo un sogno, direte che a certe maratone non serve il tempo limite, che se una gara funziona bene, lo farà anche se il tempo massimo è di 5 ore. Però ci piace credere a questa idea di una maratona che non finisce mai, di uno spazio nel tempo in cui i centri urbani si riappropriano di una condizione ormai smarrita tra velocità, rischi, e pericoli per pedoni e ciclisti, senza dover andare alle Hawaii ovviamente.