Quante volte ci siamo entusiasmati davanti alle immagini dei trionfi sportivi degli atleti italiani?
Di tante specialità, corsa, lancio, salto, in vasca, sotto rete e dentro la rete da cui abbiamo condiviso e gioito, e, infine, abbiamo detto: “domani ci provo anche io”?
Dalle discese senza limiti e velocissime di Alberto Tomba, alle notti in alto mare del Moro di Venezia, arrivando alle volate di Marco Pantani.
Quanti successi dello sport italiano ci hanno fatto sognare e sospirare.
Ma senza andare in alto mare, o troppo indietro nel tempo ci basta vedere cosa è successo nel week end appena trascorso.
Una due giorni impegnativa per le nostre scorribande sul divano, tra tennis e motomondiale.
L’ultimo di una serie infinita di serate davanti alla tv con mondiali, olimpiadi e campionati in cui siamo stati i più veloci, i più resistenti e scaltri del mondo.
Generazioni di atleti italiani che hanno conquistato ori e traguardi bellissimi, figli di un impegno nuovo, di un paese che si è aperto al mondo e, grazie a questa finestra, ha accolto nuove generazioni in una miscellanea che ha migliorato il nostro paese.
L’effetto netto di tante vittorie lo abbiamo assaporato evento dopo evento, provando a capire che lavoro c’è dietro a quelle medaglie, un rovescio fatto di fatica e sacrifici, un po’ come quello che troviamo, sul rovescio delle nostre medaglie, al traguardo delle maratone.
Sarà per merito di questa similitudine che quando vediamo Sinner portarci a casa la Coppa Davis, salire al numero 4 della classifica APT, ci sentiamo spronati a provare a capire il bello del tennis, fino a metterci in gioco nel week end con gli amici del padel.
Tornando indietro nel tempo, a quella medaglia d’oro vinta da Stefano Baldini alle Olimpiadi di Atene 2004, alla fine di un traguardo che ha cambiato la sua vita sportiva e di noi tanti appassionati.
Fu una vittoria che ancora oggi porta con sé la “responsabilità del Campione”, punto di riferimento atletico per tanti amatori che si sono messi in gioco provando a correre una maratona.
Quanti figli di questi tempi incandescenti, hanno detto a mamma e papà “voglio saltare come Gimbo”.
Non lo sappiamo se, dopo tutti i successi dell’atletica, del nuoto e del tennis, ci saranno tanti più iscritti alle relative scuole di base, dovendo anche le famiglie fare i conti con i costi di certe specialità.
Sta di fatto che vedere lo sport in tv tutti gli sport in tv potrà accendere uno spirito emulativo che ci farà sentire così vicini ci farà correre ancora più forti.
Una semina sociale che alimenterà i campioni di domani.