Quando al mattino usciamo a correre ci piace sempre. È un bisogno, una necessità, come correre.
Ci piace raccontare come stanno le cose di casa, di lavoro e di genitori che invecchiano.
I figli non sono al centro dei nostri dialoghi, un po’ perché lo sono sempre, un po’ perché sono loro a ricordarci del tempo che passa nella nostra vita.
Allora la fatica la affrontiamo con parole semplici, intime se vuoi.
Ci sono giorni in cui uno inizia lo sfogo e non smette fino allo stop sul crono, l’altro ascolta, in una corsa che in questi casi è valvola, sfiatatoio, recipiente da svuotare e da colmare con le proprie inquietudini e insoddisfazioni.
Alla fine dell’allenamento ci salutiamo, stanchi e pronti ad affrontare la giornata colma d’impegni.
Soddisfatti dell’allenamento e sereni di esserci ascoltati, passo dopo passo.
Anche questo è il bello della corsa.