Stimolato dal mio compagno di squadra (Podistica Solidarietà), il prof. Giovanni Sebastiani, conosciuto lo scorso febbraio alla presentazione del suo libro sulla matematica, sono tornato ad occuparmi, dopo qualche anno, del connubio atletica e numeri.
L’occasione mi è stata data dai recenti mondiali di Atletica Leggera svoltisi, lo scorso mese di agosto, a Budapest.
Nella capitale magiara, in 9 giorni, si sono disputate gare per 49 specialità differenti (24 femminili, 24 maschili ed una mista) dove, a riprova dell’universalità di questo sport, hanno preso parte 202 nazioni (erano escluse Bielorussia e Russia) e di queste, 46 hanno vinto almeno una medaglia e 71 hanno piazzato almeno un atleta (o una staffetta) in finale e cioè tra i primi 8.
Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che mi sono soffermato ossia nella speciale classifica a punti (in inglese “placing table”) perché, a differenza del medagliere, è questa che riesce a dare, con una certa attendibilità, il reale valore delle squadre partecipanti.
Gli azzurri, che si sono molto ben comportati, nel medagliere si sono situati al tredicesimo posto mentre nella classifica a punti (8 punti al primo, 7 punti al secondo e così via fino all’ottavo un punto) sono giunti ottavi. D’altronde avendo vinto, 2 mesi prima, il campionato europeo a squadre (ex coppa Europa) le premesse per fare bene c’erano tutte.
Questo lusinghiero risultato è stato ottenuto perché oltre alle 4 medaglie vinte (Fabbri argento nel peso, Palmisano bronzo nella 20 km di marcia femminile, Tamberi oro nell’alto e Rigali-Jacobs-Patta-Tortu argento nella 4×100) altri 9 atleti/staffette hanno conquistato la finale per un totale, quindi, di 13 finalisti. Tutto questo ci fa anche ben sperare per il prossimo campionato europeo che si terrà, a giugno, proprio qui a Roma!
Se si vuole approfondire, su come sono andate tutte le squadre, anche per specialità e per genere, cliccare qui – budapest 2023.
Ferdinando Silvestri