Quando corro sto bene, e sono consapevole del fatto che la corsa sia solo una parentesi di 60 minuti con dentro 23 ore d’incombenze.
Ci sono giorni un cui quei due apici misurano un intervallo più lungo, come se i miei impegni spingessero per riportarti al loro cospetto il prima possibile.
Non resta che correre, godermi quel momento che dipende solo da me, quanto e come correre.
Non resta che spingere con le gambe, respirare meglio, considerare ogni passo un sollievo da tutto quello che verrà.
Il corpo, con la sua generosità, mi porta in quell’attimo, lontano dalla fatica delle scadenze, del lavoro, delle date da rispettare, dei dialoghi complessi con chi vede solo il suo punto di vista e non ti ascolta.
Se tutti riuscissimo a correre, saltare, spingere, nuotare, tiare pugni a un sacco, a fare insomma qualsiasi azione vicina alla nostra predisposizione fisica, avremmo quel gancio in mezzo al cielo per stare meglio, prima di tutti con noi stessi, per arrivare poi a sentire il corpo come un alleato e mai come un nemico.
Quando corro sto bene, me lo ripeto sempre, quando non ho voglia, quando quelle maledette parentesi si mangiano i miei preziosi 60 minuti.
Se solo potessi farti capire cosa provo quando fermo il crono, quando sono sudata, stanca, con le gambe che bruciano e i polmoni che si riempiono d’aria per irrorare ogni fibra, sono certa che saremmo più comprensivi, in ascolto, operosi e creeremmo una realtà che accoglie e non chiude, comprende e non grida, si stringe verso chi ha bisogno senza chiedere nulla in cambio.
Quando corro sto bene e vorrei solo averti accanto per stare meglio, con te e con gli altri come me.
Ti aspetto