“Di chi è questo cuore” e il piacere di leggere, anche sulla corsa

Da qualche mese ho fatto di nuovo pace con la lettura, riscoprendo ore preziose per leggere storie che mi hanno catturato molto di più di uno smart phone.

Tra i titoli che mi hanno fatto compagnia durante il caffè dell’alba – orario per me ideale per leggere, massima concentrazione, minimo disturbo reciproco in casa – c’è stato il romanzo di Mauro Covacich “Di chi è questo cuore”.

Non è un lavoro recente, edito nel 2019 da La nave di Teseo, l’ho incontrato sugli scaffali di una libreria in offerta a 9.90 €.

Mauro Covacich è autore di numerosi romanzi, finalista premio Strega con la raccolta di racconti La sposa, con “A perdifiato” (Mondadori, 2003; La nave di Teseo, 2018) inizia il cosiddetto “ciclo delle stelle”.

Se lo avete letto non potete aver dimenticato alcune definizioni del concetto di maratoneta espresse attraverso i personaggi del romanzo, se navigate in rete e nei social non potete non averci sognato leggendole.

Ho letto “A perdifiato” e da quel momento la visione dello sport narrato non è stata più la stessa, praticamente scrivo di sport grazie a quel romanzo.

Nel 2021 esce “Sulla Corsa” edito da La Nave di Teseo.

Una riflessione sulla sensazione di straordinaria libertà che si prova correndo sul bordo strada, sulla dimensione introspettiva della corsa, sulla maratona come disciplina interiore, su cosa succede quando la corsa ti punge e diventa la tua malattia.

Nel 1999 l’Università di Vienna ha conferito a Covacich l’Abraham Woursell Award. Covacich collabora dal 1998 col Corriere della Sera e con altre testate giornalistiche. Ha inoltre realizzato per la Rai alcuni radio documentari e il radiodramma Safari. Ha insegnato, insieme a Roberto Ferrucci, scrittura creativa presso l’Università di Padova.

Vive a Roma e Roma è lo sfondo del libro “Di chi è questo cuore”.

Nel romanzo l’autore racconta una città difficile e nel contempo statica; è lui che si muove sugli argini del Tevere correndo a scapito di una piccola anomalia cardiaca scoperta all’uomo che ha il nome e le sembianze dell’autore, allontanandolo da un’attività sportiva ai limiti del fanatismo e infrangendo l’illusione di un’efficienza fisica senza data di scadenza.

È questo l’innesco di un romanzo sul corpo, ma soprattutto sul cuore come luogo dei sentimenti e dei destini individuali.

C’è un ragazzo caduto, o forse lasciato cadere, da una finestra di un albergo di Milano durante una gita scolastica. Ci sono gli esseri umani, fragili e pieni di voglie. La solitudine e il desiderio.

Ma la storia gira attorno alla relazione dell’autore con la sua compagna, alle trasferte di lavoro, alle tentazioni a cui sono esposti, alla fiducia e al sospetto di cui si nutre la convivenza. Chi è, ad esempio, quell’uomo che si infila in casa loro la notte? Una pista porterebbe nel quartiere, il Villaggio Olimpico di Roma, popolato da figure che sembrano carte dei tarocchi e che lo scrittore consulta nelle sue camminate erranti.

Dopo “La città interiore” Mauro Covacich compone una nuova, potente avventura narrativa che ha il coraggio dell’autobiografia più vera. Un romanzo capace di entrare con esattezza nel presente che plasma le nostre vite.

Lo scrittore nel 2010 ha dato forma alla performance di Rensich, il personaggio del romanzo ” A Perdifiato” correndo sul tapis roulant la distanza classica della maratona

Mauro Covacich (Trieste, 1965) è autore della raccolta di racconti La sposa (2014, finalista premio Strega) e di numerosi romanzi. Presso La nave di Teseo ha pubblicato in una nuova edizione il “ciclo delle stelle”, A perdifiato (2003), Fiona (2005), Prima di sparire (2008), A nome tuo (2011, da cui Valeria Golino ha tratto il film Miele), La città interiore (2017, finalista premio Campiello), Di chi è questo cuore (2019), Colpo di lama (nuova edizione 2020).

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Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso