Il primo triathlon a cui presi parte fu nel 2011 al Lago di Bolsena, era uno sprint Tnatura, quindi in mtb. Pensai: “che sarà mai, sono solo 750 metri di nuoto in un placido lago, non saranno poi 5km a impensierirmi e per la bici, basta pedalare forte.”
La bici, la scelta più difficile per chi fa triathlon, io ovviamene non l’avevo e così la chiesi in prestito all’amico Marco Bombelli che a generosità non è secondo a nessuno. Mi presentai in zona gara con una buona Scott e per me era già tutto fatto.
Il triathlon spaventa perché è uno sport in più elementi. Quelli che fanno triathlon credi che siano tutti belli, magri e muscolosi ed esperti più di te, sanno già dove mettere ogni cosa e sono capaci di fare tutto.
Quando per la prima volta ti aggiri in zona cambio provi la netta sensazione di scomodità, esci dalla comfort zone del tuo pettorale monotematico. Il triathlon ti porta a pensare in modo diverso, a vederti diverso.
Quel giorno, sulle rive del Lago, cambiò la percezione della specialità. Mi buttai senza pensieri, era agosto faceva caldo e il lago, dopo un giro infinito (solo il mio…) mi riportò nella transition zone. Dopodiché dovevo solo pedalare e correre.
Non sapevo molto di più, da anni seguivo Giulia che in casa era era esperta della triplice. Ma all’atto pratico avevo solo tanti amici che lo facevano e li ammiravo speranzoso.
Il triathlon incute un timore reverenziale per due motivi: l’acqua in cui ti immergi e devi nuotare con altri indemoniati peggio di te e il materiale necessario a fare le tre sessioni.
Facciamo ordine e proviamo a capire come si può fare tutto senza sperperare i soldi di nonna.
Su una scala da zero a dieci per chiudere qualsiasi gara, dallo sprint, passando per l’olimpico fino al medio, puoi spendere undici ma basta assestarsi su un 7 e non rischiare di essere cacciati da casa.
Io per la bici sono passato dal prestito di una moser per fare uno sprint su strada (vedi foto sopra), a una da 300 euro usata, (non storcete il naso perchè dove andavo io con quel peso massimo ci andavano pure quelli con la Cervelo da 12.000 euro). Poi per approdare ad una entry level da 800 euro usata.
Nel triathlon, come in tutti gli sport, il 100% dipende dalle tue gambe, dai tuoi allenamenti e dal tempo che dedichi ad esso. Ma se hai un mezzo che fa il suo mestiere (ora, dopo l’ennesimo cambio di bici, ho quel mezzo lì), bè alla fine ti toglie quel tanto per faticare bene e sembrare figo in zona cambio.
La seconda cosa che conta di una bici è la misura, in linea con le tue e calibrata per te. Questo vuol dire passare da un buon biomeccanico che ti metterà in sella come si deve.
Io ho pedalato su salite impensabili e discese da gita con la graziella, e ogni volta imprecavo tutti i campioni da Gimondi fino a Baronchelli, ma non dimenticate che il piacere di andare al tuo passo non te lo daranno tutte le bici del mondo ultrafantafotoniche, la cosa che conta è trovare la tua compagna ideale.
Misurate tasche e arti e fate la scelta che più si adegua a voi. Tanto ci sarà sempre l’amico che storcerà il naso per tutto, dall’allenamento fatto, a come prendi la borraccia, che colore del nastro sul manubrio, arrivando a non salutarti più perchè ancora non sei su strava e non parli di watt espressi.
Affidatevi ai consigli di chi lo fa da decenni, io ho iniziato con le parole dell’amico Fabrizio Terrinoni, con le prese in giro della mia prima squadra il Greeh hill e in fine un buon coach che allena un bel gruppo di Panda.
Quanto costa il triathlon è una quesione di aspettative, rinunce e scelte oculate. Non credete a tutto quello che vi dicono, nessuno regala nulla e l’allenamento costante e senza doping è il solo a ripagarvi di tutto.
buon triathlon e alla prossima puntata su quanto costa fare triathlon…
(In foto: il mio esordio del 2011 con sullo sfondo la mi mamma che applaude anche se ero l’ultimo ad uscire dall’acqua)