IL RUNNER SCOMODO

Il runner scomodo quando corre lo riconosci subito, troppo coperto d’estate e poco vestito d’inverno ma lui se ne fotte di tutto e in qualsiasi stagione lo incontrerete non azzeccherà mai nulla dell’abbigliamento, colori compresi.

Guanti, zuccotto, manicotti, li indossa a sensazione e mai dopo una valutazione meteo o semplicemente aprendo la finestra prima di uscire di casa, lui semplicemente piglia e parte.

Il runner scomodo è colui per il quale la corsa è un esercizio di ascesi e punizione apparente ma la cosa bella è che lui non lo sa.

Mentre corre ha sempre una giacca anti pioggia legata in vita che svolazza tipo mantello di Batman, un cappello con visiera mezza storta, le scarpe all’apparenza più piccole e ovviamente consumate fino al tallone.

Sbaglia spesso strategia di gara. Parte a cannone in maratona e lo vedi lento e concentrato in una gara sui 1500 in pista, il risultato è che si fa un mazzo tanto per recuperare o salvare il risultato.

Capita spesso che lo vedi correre sul bordo della strada, con il pettorale mezzo calato perché ha perso le spille e nel silenzio di una città invernale ha puntualmente una scarpa slacciata e a chi in gara glielo fa notare lui si volta con un sorriso benevolo e saluta pacatamente, ma di fermarsi ad allacciarla non se ne parla.

Alla sua prima trasferta a NY per la madre di tutte le maratone arrivò in aeroporto ovviamente in ritardo, a gate quasi chiuso e senza passaporto perché se lo era dimenticato e da allora decise di preparare bene la mitica gara americana, era il 1985!

Ma ciò che più conta del runner scomodo è l’andatura, il passo al quale non potrai resistere e così se mai lo incontrerai sappi che lui arriverà prima di te, ti supererà in salita e in classifica sociale ti starà avanti perché essere un atleta di qualità non vuol dire avere tutte le comodità.

Ricordate il mondo è dei ribelli, che corrono male ma forte anche se non sono belli.